Luigi Di Maio: “Sì alla flat tax, basta che non si facciano scherzetti agli italiani”

"Sulla flat tax non solo è sì, facciamola anche prima di settembre se il piano della Lega è già pronto. Basta che aiuti le famiglie normali e non si facciano scherzetti agli italiani": così il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio commenta la proposta della Lega di realizzare una tassa piatta al 15% per i redditi fino a 55mila euro. "Per anni abbiamo avuto governi che davano 1 e toglievano 10. Il gioco delle tre carte no, ma sono fiducioso", c0ntinua il leader del Movimento 5 Stelle in un post su Facebook.
A delineare meglio la misura del Carroccio sarebbe stato Armando Siri, ex sottosegretario ai Trasporti, il cui incarico è stato revocato lo scorso maggio in seguito alle accuse di corruzione. Siri è però tornato al Viminale per partecipare a un tavolo con le parti sociali al fianco di Matteo Salvini, occasione in cui ha presentato il progetto per la flat tax. "Ci saranno benefici per 20 milioni di famiglie e 40 milioni di contribuenti, con un grande impulso ai consumi e risparmi di 3.500 euro per una famiglie monoreddito con un figlio. L'intenzione portare nelle tasche degli italiani 12- 13 miliardi di euro. Nessuno perderà un centesimo, nessuno pagherà di più rispetto a quanto paga già", avrebbe spiegato Siri. Nel suo post online, Di Maio fa anche riferimento alla presenza di Siri al Viminale: "Per quanto riguarda la partecipazione dei sindacati al tavolo con Siri affar loro. Se vogliono trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo, invece che con il governo stesso, lo prendiamo come un dato. E ci comportiamo di conseguenza", ha scritto. Una presenza che non è piaciuta nemmeno al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha detto: "Se siamo nella logica di un incontro di partito, ci sta bene la presenza di Siri, se siamo nella logica di un incontro governativo, allora la presenza di Siri non ci sta bene".
Il ministro dello Sviluppo economico, quando era scoppiato il caso delle tangenti che aveva coinvolto in prima linea Armando Siri, si era mostrato intransigente nella richiesta di dimissioni da parte dell'allora sottosegretario. "Ora ho capito perché alcuni sindacati attaccano la nostra proposta sul salario minimo (per tutti stipendi di almeno 9 euro lordi l’ora), quando abbiamo milioni di lavoratori sfruttati e sottopagati. Parlino pure con Siri, parlino pure con chi gli vuole proteggere le pensioni d’oro e i privilegi. Hanno fatto una scelta di campo, la facciamo pure noi!", commenta ora, in un attacco ai sindacati. "Per quanto mi riguarda, basta recite, pensiamo a governare!", conclude Di Maio.