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L’Ue prepara il patto sui migranti con l’Egitto: Meloni e von der Leyen a Il Cairo il 17 marzo

Il prossimo 17 marzo Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen voleranno a Il Cairo, in Egitto. L’Unione europea da mesi ormai lavora a un accordo sui migranti con l’Egitto, sullo stampo di quello stretto con la Tunisia, e il viaggio imminente fa pensare che le procedure si siano ormai concluse.
A cura di Annalisa Girardi
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Da mesi l'Unione europea sta lavorando a un nuovo accordo sui migranti con l'Egitto. E sembrerebbe essere vicina a chiuderlo, visto che il prossimo 17 marzo Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni voleranno a Il Cairo per incontrare il presidente Abdel Fattah al-Sisi "nel contesto delle discussioni sul rafforzamento della partnership tra l'Ue e l'Egitto", come annunciato da una portavoce di Bruxelles durante il quotidiano punto stampa. Insieme alla presidente della Commissione e alla presidente del Consiglio italiana ci saranno anche il primo ministro belga Alexander De Croo e quello greco Kyriakos Mitsotakis.

A fine gennaio la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, aveva preannunciato che l'Ue era appunto vicina a un accordo per una dichiarazione congiunta con l'Egitto: "Certamente l'Egitto è un Paese con un situazione molto diversa da quella tunisina, è un Paese che accoglie 9 milioni di migranti, non è quindi un Paese di transito ma con sfide diverse su cui lavorare. Ciononostante il memorandum Ue-Tunisia può comunque fungere da esempio", ha detto. Johansson aveva anche spiegato che "l'accordo comprenderà alcuni settori chiave, dalla migrazione all'energia".

E ancora, la commissaria aveva detto che i risultati dell'accordo con la Tunisia "sono chiari, è aumentata la lotta delle autorità tunisine contro i trafficanti intorno a Sfax dove sono stati arrestati 750 trafficanti. A settembre le partenze erano state 16mila e in ottobre 1900, numeri bassi che si sono protratti per tutto novembre, dicembre e inizio di gennaio". Il Memorandum, però, ha ricevuto anche forti critiche dalle associazioni che si occupano di tutela dei diritti delle persone migranti, che accusano l'Ue di stringere accordi con Paesi autocratici dove i diritti umani non sono tutelati.

Rispetto a queste preoccupazioni Johansson aveva tagliato corto: "Se ci sono violazioni dei diritti fondamentali bloccheremo i fondi europei, i nostri progetti hanno tolleranza zero verso le violazioni i diritti fondamentali. I fondi Ue per la Tunisia collegati alla migrazione non vanno ‘agli amici degli amici' vanno a organizzazioni internazionali come Iom. C'è controllo e valutazione su come vengono utilizzati i nostri fondi e sono pronta a esplorare se saranno necessari ulteriori meccanismi di monitoraggio per far si che che i nostri fondi non siano usati da chi viola diritti umani".

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