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L’ex sindaco di Verona Tosi dice che definirsi fascisti non è reato: “Io un po’ mi ci sento”

“Bossi mi disse che ero uno stronzo e che avevo portato nella Lega i fascisti, e io gli ho risposi che tutti siamo un po’ stronzi. Io mi sento un po’ stronzo, e un po’ fascista. Non è più un reato definirsi fascisti, è l’apologia ad esserlo”: lo ha detto l’ex sindaco di Verona, oggi deputato con Forza Italia, Flavio Tosi.
A cura di Annalisa Girardi
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Definirsi fascisti non è più un reato. Parola dell'ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, che, dopo un passato da leghista, ora è deputato con Forza Italia. "Bossi mi disse che ero uno stronzo e che avevo portato nella Lega i fascisti, e io gli ho risposi che tutti siamo un po' stronzi – ha detto, ospite della trasmissione Un Giorno da Pecora su Rai Radio1 – Mi sento un po' stronzo, e un po' fascista. Un pochino pero. Non è più un reato definirsi fascisti, è l'apologia ad esserlo. Essere fascisti non lo è secondo me".

Tosi ha anche parlato delle pistole che tiene in casa: "Non ce le ho dietro ovviamente, portarle in viaggio non è il massimo, le tengo solo a casa. Ne ho quattro, tre da difesa e una da poligono, a gas. Sul comodino, dove c'è l'abat jour, ne tengo una sola, la Pardini, senza il colpo in canna. Devi scarrellare e poi puoi sparare".

E ancora: "Durante il giorno la pistola la metto nel cassetto, a casa siamo solo io e mia moglie, non ci sono bambini. Finora non ho mai sparato a nessuno ma se ci fosse qualcuno che entra in camera di notte, che non sia moglie, io sparerei". Per poi raccontare che alcune volte gli è capitato di alzarsi la note per dei rumori e di impugnare la pistola: "Mi è capitato qualche volta di alzarmi di notte, con la pistola in mano e le luci accese, per vedere se c'era qualcuno".

Tosi ha anche parlato della guerra in Ucraina, dicendo che ha ragione Berlusconi quando si parla delle responsabilità dello scoppio della guerra. "Putin ha invaso il Paese, su questo non c'è dubbio. Però se ci fosse stato Poroshenko o un presidente politico forse non si sarebbe arrivati a questo punto. La colpa della guerra è di Zelensky, perché è lui che coi carri armati è andato dalla parte di là, su questo non ci piove".

Per poi aggiungere: "Ci sono le diplomazie, i servizi e tutta una serie di strutture per evitare di arrivare a quella conseguenza. Nel momento in cui il tuo leader è un comico forse certi schemi saltano, Zelensky non è capace di governare perché faceva il comico, non è in grado di gestire la situazione per mancanza di competenza. Condivido in pieno quanto ha detto Berlusconi. Zelensky prima di fare il presidente, il giorno prima, faceva il comico. E forse poteva lavorare come comico nelle reti Mediaset invece che fare il premier. È un dato di fatto che se ci fosse stato un presidente diverso probabilmente non ci sarebbe stata la guerra".

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