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Parlamento Ue dichiara Europa “zona di libertà per le persone omosessuali”: Lega e FdI votano contro

Oggi l’Europa è stata dichiarata “Lgbtiq Freedom Zone”. L’Europarlamento ha approvato una risoluzione, sostenuta da diversi partiti. Una risposta agli ultimi episodi di violenza e alle leggi discriminatorie approvate in Polonia e Ungheria. “I vari Orban, Kaczyński e tutti i punti di riferimento dei sovranisti europei escono sconfitti da questo voto e devono dunque cambiare politica accettando le naturali differenze sull’orientamento e l’identità di genere dei loro cittadini”, ha commentato l’eurodeputata del M5s Laura Ferrara.
A cura di Annalisa Cangemi
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AGGIORNAMENTO: Il Parlamento Ue ha approvato un'importante risoluzione in difesa dei diritti delle persone omosessuali. Gli eurodeputati hanno dichiarato l'Ue "zona di libertà" per le persone Lgbti. I voti a favore sono stati 492 contro 141 contrari e 46 astenuti.

Una svolta in un momento in cui Viktor Orban, dopo aver ritirato il suo partito Fidesz dal Ppe si propone di costruire "una destra democratica europea che offra una casa ai cittadini europei che non vogliono migranti, che non vogliono il multiculturalismo, che non sono caduti nella follia Lgbti". Nei mesi scorsi tra l'altro Budapest ha anche vietato anche il riconoscimento giuridico dell'identità di genere delle persone transgender. Quello di oggi è un atto simbolico pensato per rispondere anche alla Polonia, dove quasi 100 comuni si sono dichiarati liberi dall'"ideologia Lgbti".

Si moltiplicano nel frattempo gli episodi di violenza in tutta Europa. Solo pochi giorni fa in Belgio è stato ucciso uomo di 42 anni in un parco di Beveren, nei pressi di Anversa: si è trattato appunto di un delitto dettato dall'omofobia. Il premier belga Alexander De Croo si era detto "scioccato" dall'episodio, aggiungendo che il Belgio "non accetterà mai questa violenza". In segno di solidarietà verso la comunità gay aveva poi fatto issare una bandiera arcobaleno fuori dal suo ufficio.

La risoluzione, sostenuta da diversi partiti, ha citato anche le discriminazioni in Lettonia, dove è iniziato l'esame di un emendamento volto a bloccare l'estensione del concetto di famiglia, indicato da una sentenza della Corte Costituzionale, la quale ha riconosciuto l'applicazione del Diritto del lavoro a diversi modelli di famiglia e obbligato il legislatore a garantire il sostegno e protezione delle coppie dello stesso sesso.

Il documento passato oggi ha anche ricordato la questione del mancato riconoscimento reciproco tra gli Stati membri dei diritti dei genitori delle coppie omosessuali. Inoltre viene specificato che la discriminazione verso le persone Lgbti rappresentano un problema in tutti i 27 Stati, aggiungendo che i progressi per attenuare il fenomeno sono molto lenti, se non inesistenti, perché molti Stati membri non si sono dotati di leggi specifiche per difendere i cittadini dall'incitamento all'odio e dalla violenza basata sull'orientamento sessuale.

Oggi è stato messo nero su bianco che le "persone Lgbtiq ovunque nell'Unione europea dovrebbero godere della libertà di vivere e mostrare pubblicamente il proprio orientamento sessuale, la propria identità di genere, ed esprimere genere e caratteristiche sessuali senza paura di intolleranza, discriminazione o persecuzione". E se il diritto d'asilo è garantito dall'articolo 18 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, sarebbe necessario introdurre una protezione adeguata dei richiedenti asilo vulnerabili, compresi i richiedenti Lgbtiq nell'ambito del sistema comune europeo e della sua riforma.

Lega e FdI hanno votato contro

A votare contro gli esponenti di Fratelli d'Italia e della Lega. Tra i contrari di Fratelli d'Italia, nel gruppo Ecr, Sergio Berlato, Carlo Fidanza, Pietro Fiocchi, Raffaele Fitto, Nicola Procaccini, Raffaele Stancanelli. I leghisti di Identità e Democrazia che hanno votato no sono Matteo Adinolfi, Simona Baldassarre, Alessandra Basso, Mara Bizzotto, Anna Bonfrisco, Paolo Borchia, Angelo Ciocca, Marco Campomenosi, Massimo Casanova, Susanna Ceccardi, Rosanna Conte, Gianantonio Da Re, Marco Dreosto, Valentino Grant, Gianna Gancia, Danilo Oscar Lancini, Elena Lizzi, Alessandro Panza, Luisa Regimenti, Antonio Rinaldi, Annalisa Tardino, Silvia Sardone, Isabella Tovaglieri, Lucia Vuolo, Stefania Zambelli, Marco Zanni.

La risoluzione è stata fortemente sostenuta dal M5s. Isabella Adinolfi europarlamentare del Movimento 5 Stelle, ha rilasciato una dichiarazione: "L’amore è amore. Sembra assurdo doverlo ribadire nel XXI secolo ma purtroppo i diritti della comunità Lgbtq calpestati in Polonia e Ungheria, i continui casi di omofobia nel Sud Italia fino all’omicidio di un ragazzo gay qualche giorno fa ad Anversa sono campanelli di allarme che obbligano a prendere una posizione netta e forte. La risoluzione votata dal Parlamento europeo, che dichiara l’Unione europea zona di libertà Lgbtq, è un passo rivoluzionario nella difesa dei diritti di tutti. Oggi è una giornata storica perché la cultura del rispetto e della tolleranza vincono su quella del pregiudizio. Il futuro vince sul Medioevo. Attenzione, tuttavia, a considerare questo voto come il punto di arrivo di una sacrosanta battaglia per la libertà".

"L’Unione europea sarà davvero un Continente libero quando le 100 regioni, distretti e comuni polacchi dichiarati ‘free zone’ Lgbtq verranno smantellati. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti, dalle manifestazioni di solidarietà alle azioni concrete. Per questa ragione chiediamo alla Commissione europea investimenti straordinari nel mondo della scuola e dell’istruzione affinché la cultura del rispetto reciproco metta le radici e plasmi le future generazioni”.

Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, ha commentato così: "Evviva l’Europa zona di libertà Lgbtq. A tutti quelli che contestano la promozione dei diritti fondamentali dei cittadini europei, oggi dovremmo indicare la porta di uscita. Nell’Unione europea non può esserci spazio per odio, razzismo e discriminazione e il Parlamento europeo lo ha ribadito chiaramente nella risoluzione approvata oggi. I vari Orban, Kaczyński e tutti i punti di riferimento dei sovranisti europei escono sconfitti da questo voto e devono dunque cambiare politica accettando le naturali differenze sull'orientamento e l'identità di genere dei loro cittadini", ha detto a Fanpage.it.

"Non si può governare con la caccia alle streghe e promuovendo le persecuzioni delle minoranze che ricordano i tempi oscuri del secolo scorso. Oggi c’è un motivo in più per essere orgogliosi di questa Europa che difende in modo forte i diritti e le libertà di tutti. Ci auguriamo, dunque, che la Lgbti+ Equality Strategy presentata dalla Commissione europea, venga rafforzata dai legislatori europei e approvata rapidamente così da dare un segnale concreto di sostegno per tutta la comunità Lgbtq”.

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