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Leoncavallo sgomberato, governo esulta ma non spiega perché non libera l’edificio occupato da Casapound

Esponenti dell’opposizione sollecitano il governo a intervenire sulla sede romana di Casapound, a seguito dell’operazione che questa mattina ha portato allo sgombero del centro sociale Leoncavallo a Milano.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo che le forze dell'ordine questa mattina hanno eseguito, con l’ufficiale giudiziario, l'ordine di sfratto emesso nei confronti dello storico centro sociale Leoncavallo a Milano, e dopo l'esultanza di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, secondo cui "In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità", le opposizioni vanno all'attacco e chiedono un analogo trattamento del governo nei confronti del palazzo occupato da Casapound. Si tratta in questo caso di un palazzo di proprietà pubblica, che è stato occupato nel dicembre del 2003 dal movimento di estrema destra.

"Le occupazioni abusive", ha detto Meloni "sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunità che rispettano le regole. Il Governo continuerà a far sì che la legge venga rispettata, sempre e ovunque: è la condizione essenziale per difendere i diritti di tutti". Ma per le opposizioni si tratta di un classico problema affrontato con due pesi e due misure.

Lo stabile di via Napoleone III nel quartiere romano dell'Esquilino, in epoca fascista ospitava l'ente per l'istruzione media e superiore, mentre dal 1963 è divenuto sede di uffici del ministero dell'Istruzione. È stato infatti il dicastero di Viale Trastevere, il giorno dopo l'occupazione, a sporgere denuncia chiedendo lo sgombero dell'immobile. Cosa che nei fatti non è mai avvenuta. Da anni movimenti e i partiti di sinistra chiedono alle istituzioni di intervenire per liberare l'immobile, inserito nel 2016 dall'allora commissario capitolino Francesco Paolo Tronca nella lista dei 93 edifici pubblici occupati da sgomberare.

Nel 2009, con Gianni Alemanno sindaco, il Campidoglio aveva cercato di far rientrare lo stabile in un pacchetto di beni che il demanio avrebbe ceduto al Comune, ma le proteste che ne seguirono bloccarono tutto.

Un account satirico su X, dal titolo ‘Hanno sgomberato la sede di Casapound?', quasi quotidianamente pone la domanda e risponde ‘No'. Nella bio del profilo si spiega che vengono postati "Aggiornamenti quotidiani sullo stabile infestato dalle tartarughe in via Napoleone III a Roma", il palazzo occupato appunto da Casapound. Oggi si registrano più repost del solito, ovviamente legati allo sgombero del Leoncavallo.

Le opposizioni in coro chiedono lo sgombero dell'edificio di Casapound

"Giorgia Meloni esulta e annuncia, con lo sgombero del centro sociale di Leoncavallo a Milano, che non possono esistere zone franche in uno Stato di diritto? Adesso ci aspettiamo quindi una rapida soluzione per gli stabili occupati da Casapound che da decenni tengono in ostaggio il patrimonio pubblico. Il caso di Roma, dove il movimento neofascista rivendica l'illegalità, è vergognoso. Vediamo se la premier sara per una volta coerente o continuerà a salvaguardare l'estrema destra", ha dichiarato il deputato Emiliano Fossi segretario Pd della Toscana.

"Lo sgombero del Leoncavallo avvenuto stamane a Milano è pura propaganda. Il governo ha voluto usare il pugno di ferro solo per dare un segnale politico in vista dell'inizio di una lunga campagna elettorale. Un'azione assolutamente inutile, visto che era già previsto lo sfratto a Settembre e che c'era una trattativa in fase avanzata con il Comune per trovare una nuova sistemazione nel pieno rispetto della legalità", ha detto il deputato Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del Partito democratico. "Concordo pienamente con il sindaco quando dice che serve mantenere aperta un'interlocuzione con il Leoncavallo per dare continuità a un'esperienza storica di Milano che produce cultura e promuove l'inclusione. Colpisce la doppia morale del governo. Giorgia Meloni e il ministro Piantedosi parlano di ripristino della legalità nel caso di un centro culturalmente vivo e aperto alla città come il Leoncavallo. Ma tacciono sulla palese illegalità dell'immobile occupato abusivamente e trasformato in un fortino inaccessibile da Casapound in centro a Roma, dove da anni un intero stabile è occupato abusivamente. È inaccettabile che si usino due pesi e due misure, sgomberando realtà che hanno un valore sociale riconosciuto e chiudendo gli occhi di fronte a chi si richiama apertamente a ideologie neofasciste".

"La legalità non può essere applicata a convenienza. O vale per tutti, o diventa uno strumento di propaganda. Il Partito democratico continuerà a battersi per soluzioni che tengano insieme legalità, coesione sociale e rispetto delle istituzioni".

"La legalità della Meloni? Tutelare i fascisti di Casapound e liberare i libici assassini come Almasri. La presidente invoca il rispetto della legalità per giustificare lo sgombero del Leoncavallo a Milano, ma a Roma, a pochi metri da Termini, Casapound occupa abusivamente da vent'anni un palazzo pubblico senza che nessuno osi intervenire", si legge in una nota, il deputato di Avs Angelo Bonelli. "Se non fosse così paradossale e grave, ci sarebbe da ridere: la legalità a geometria variabile è la cifra di questo Governo. E stiamo parlando della stessa presidente del Consiglio che ha messo a disposizione un volo di Stato per rimpatriare un assassino come Almasri e che, dopo aver mentito agli italiani, è stata costretta ad ammettere di aver condiviso quella scelta. Il governo Meloni non difende la legalità, ma l'ipocrisia e i due pesi e due misure", ha aggiunto il deputato.

Gli fa eco il segretario di Più Europa Riccardo Magi: "Lo sgombero del Leoncavallo è una pura operazione di facciata di Meloni, Piantedosi e Salvini che non risponde a un bisogno di sicurezza ma solo alla propaganda securitaria di questa destra: se davvero tenessero agli immobili occupati, sgombererebbero subito Casapound a Roma. E invece i loro amici sono ancora lì, protetti da questo governo complice", ha affermato.

"Salvini rimane il peggiore di tutti e a lui va il Nobel per l’incoerenza: qualche anno fa diceva che nei centri sociali ci si va per discutere, divertirsi e farsi una birretta, ora parla di ripristino della legalità. Intanto anche oggi giornata di passione per i cittadini sui treni in pieno periodo di partenze e rientri dalle ferie: è lui che dovrebbe essere sgomberato dal ministero dei trasporti”.

È intervenuta nel dibattito anche l'Anpi: "L'improvviso sgombero del Leoncavallo a Milano è un atto di forza del ministero dell'interno. Il sindaco di Milano non è stato neppure avvertito. La presidente del Consiglio ha dichiarato che ‘in uno stato di diritto non possono esservi aree sottratte alla legalità'. Ma dal 2003 è occupato a Roma da Casapound uno stabile di proprietà del Comune, adibito a sede centrale dall'associazione neofascista, e il ministro Piantedosi non ha mai mosso un dito. L'episodio di Milano conferma perciò la natura autoritaria e faziosa delle scelte di questo governo. Per il Leoncavallo che, come ha detto il sindaco Sala, ‘riveste un valore storico e sociale', ci auguriamo che al più presto si trovi una soluzione alternativa. A questo fine l'Anpi di Milano ha già fatto una donazione per la raccolta fondi promossa dalle mamme antifasciste del Leoncavallo, e ha invitato le sezioni a contribuire", hanno scritto il presidente nazionale dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo, e quello di Milano Primo Minelli.

"Noi siamo sempre dalla parte della legalità. In Italia ci sono le leggi che devono valere per tutti. Alla magistratura spetta il compito di farle rispettare", ha dichiarato all'Adnkronos Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia.

"Il nostro obiettivo è costruire una nazione dove non ci siano margini per l'illegalità. Senza eccezioni. Certo, non si può ignorare il fatto che a sinistra esistano migliaia di sedi occupate in tutta Italia da partiti, sedicenti movimenti per la casa, centri sociali fino ad averci costruito sopra un mercato. A destra no. È una considerazione necessaria per amore di verità", ha detto  all'Adnkronos Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di Fratelli d'Italia.

La risposta di Casapound: "Strumentale prendersela con nostra occupazione"

"C'è una differenza di fondo tra il Leoncavallo e Casapound: il primo era una proprietà privata mentre nel caso di Casapound si tratta di una proprietà del demanio, un palazzo abbandonato al degrado che abbiamo rimesso in piedi dando casa a 20 famiglie italiane", ha replicato il portavoce di Casapound Luca Marsella, contattato da LaPresse.

"Sarei ipocrita se dicessi che Casapound è contro le occupazioni, perché nasce sulle occupazioni per l'emergenza abitativa. E oltre al problema dell'emergenza abitativa c'è un problema di spazi abbandonati alla speculazione e al degrado. Questo è un dato di fatto, e se non si opera per recuperarli, questi spazi non possono rimanere abbandonati. Ma mentre a sinistra c'è un business delle occupazioni, dall'altra parte c'è una sola occupazione che dà casa a 20 famiglie italiane senza scopo di lucro", ha aggiunto.

"Prendersela con la nostra occupazione è strumentale, anche perché non abbiamo rapporti con il governo e facciamo una politica antisistema. Non c'è nessuna difesa di Casapound da parte del governo. Anzi", ha precisato, "La sinistra è stata al governo per tanti anni e non ci ha mai sgomberati. Chiedere oggi al governo di centrodestra di sgomberare Casapound è solo una strumentalizzazione".

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