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Covid 19

Landini: “Non vengono prima economia o profitto: le priorità sono salute e sicurezza dei lavoratori”

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, commenta con Fanpage.it l’emergenza coronavirus e la chiusura delle attività produttive: “Fino alla scorsa settimana nessuno aveva cessato le attività produttive, vorrei che fosse chiaro. Noi il protocollo sulla sicurezza lo abbiamo fatto perché il Governo non aveva dato indicazioni insieme al suo Comitato scientifico che bisognava cessare le attività produttive”.
A cura di Annalisa Girardi
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Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, commenta con Fanpage.it i ritardi che sono avvenuti nella chiusura delle attività produttive, sancita dopo diverse trattative tra il governo e i sindacati: "Fino alla scorsa settimana nessuno aveva cessato le attività produttive, vorrei che fosse chiaro. Noi il protocollo sulla sicurezza lo abbiamo fatto perché il Governo non aveva dato indicazioni insieme al suo Comitato scientifico che bisognava cessare le attività produttive".

Il sindacalista prosegue: "Noi ci siamo mossi in base alle indicazioni del governo e del comitato scientifico, che sta gestendo l'emergenza. Io non sono né un virologo, né uno scienziato, né un medico: sono semplicemente un operaio che adesso fa il sindacalista. Non sono nemmeno il presidente della Regione o il comitato: chi aveva degli strumenti e non li ha agiti dovrà rispondere del perché non li ha agiti". Landini rivendica però che chi rappresenta i lavoratori ha fatto tutto ciò che avrebbe dovuto fare: "Quello che abbiamo provato a fare in queste settimane, è stato mettere al centro la salute e la sicurezza delle persone".

Durante questa emergenza sanitaria, continua Landini, non ci sono dubbi su quali siano le priorità: "Non viene prima l'economia, non viene prima il profitto, non viene prima la produzione, viene prima la salute e la sicurezza delle persone. Oggi il mio problema è chi lavora, dalla sanità alla persona che è alla cassa nel supermercato dove vado a fare la spesa, a chi mi viene a portare via l'immondizia, a chi garantisce la luce, a chi deve andare a lavorare per garantire altri servizi a noi, quelle persone che stanno lavorando per noi, devono essere messe nella condizione di poterlo fare senza correre rischi", aggiunge il segretario della Cgil.

La lista delle attività produttive che sono state chiuse nel nostro Paese a causa dell'emergenza coronavirus è cambiata dopo il primo Dpcm emanato da Giuseppe Conte lo scorso 22 marzo. In seguito a un tavolo con i sindacati, è stata redatta un nuovo elenco Ateco, da cui sono state eliminate diverse attività non essenziali, come la produzione di spago, articoli di gomma, l'industria delle bevande e quella del tabacco. "L'accordo che abbiamo fatto è un accordo che ha recuperato e che ha tenuto conto delle cose che ha detto il sindacato", commenta Landini. Sulle pressioni da parte di Confindustria, per l'apertura di diverse attività produttive, il sindacalista ha concluso: "Nessuno di noi ha mai dovuto fare i conti con quello che sta succedendo adesso. Quindi io non voglio né difendere, né polemizzare a prescindere. Non è il momento della polemica, che però non vuol dire non fare le cose: ciò che Confindustria ha tentato di fare sottobanco non è passato perché i sindacati in nome dei lavoratori hanno detto no".

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