La Valle d’Aosta contro le misure del Dpcm: impugnerà l’ordinanza sulla zona rossa

Scontro aperto tra Roma e la Valle d'Aosta. Dopo le tensioni con il governo Conte sulla classificazione di zona rossa e sulla chiusura degli impianti sciistici, la regione a Statuto speciale ha rivendicato la propria autonomia rispetto ai poteri statali nella gestione dell'emergenza sanitaria del Coronavirus con una legge regionale che è stata approvata questo pomeriggio con 28 voti a favore e 7 astenuti, tra cui i rappresentati del Partito democratico. La norma in questione disciplina le "libertà di movimento dei cittadini, le attività economiche e le relazioni sociali, compatibilmente con le misure di contrasto alla diffusione del virus". Prevede, nello specifico, che la Regione intervenga tra l'altro sulle "aperture degli esercizi commerciali" e sulla "pratica dell'attività sportiva", analogamente a quanto fatto dalla Provincia di Bolzano nella scorsa primavera. Rende possibile lo svolgimento di eventi e manifestazioni se "previsti da un'ordinanza del Presidente della Regione" e anche eventi ecclesiastici o religiosi. Viene anche istituita un'Unità di supporto e coordinamento per l'emergenza Covid-19.
Inoltre, il presidente Erik Lavevaz ha annunciato che impugnerà l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che ha riclassificato “arancioni” il Piemonte, la Lombardia e la Calabria, lasciando la regione alpina in zona rossa. "È quanto ho annunciato al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia – ha riferito Lavevaz in Consiglio regionale – in risposta al suo invito di revocare la nostra ordinanza di riapertura del commercio al dettaglio". Tuttavia, lo stesso ministro ha poi invitato il presidente della Valle d'Aosta a revocare l'ordinanza con cui martedì ha disposto la riapertura dei negozi di prossimità, in deroga alla zona rossa in cui la regione ancora si trova. Nella lettera il ministro Boccia ricorda "le responsabilità che potrebbero derivare dall'applicazione delle misure introdotte riguardo alla tenuta delle reti sanitarie e alla tutela della salute dei cittadini valdostani".