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La storia di Monti che si fa fregare il partito da Verdini

Nonostante la diffida presentata all’ufficio di Presidenza dall’ex presidente del Consiglio e senatore a vita Mario Monti, il partito Scelta Civica è passato nelle mani del viceministro dell’Economia Enrico Zanetti, che ha fondato un nuovo gruppo parlamentare alla Camera con i deputati di Ala, traghettando ufficialmente Denis Verdini in maggioranza.
A cura di Charlotte Matteini
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monti si dimette

Mario Monti non ha più un partito. Si chiude così, dopo pochi anni, la parabola dell'ex presidente del Consiglio e senatore a vita. Del suo movimento, Scelta Civica, fondato nel 2013 con l'intento di costituire un terzo polo da contrapporre al Partito Democratico dell'allora segretario Pier Luigi Bersani e al Popolo delle Libertà di Silvio Berlusconi, non è rimasto nemmeno il nome in suo possesso.

Dopo le dimissioni rassegnate nell'ottobre 2013 a causa dei numerosi dissidi interni al partito e le conseguenti scissioni che hanno dato vita, nel corso dei mesi successivi, a nuovi gruppi parlamentari separati, oggi l'ex presidente del Consiglio Mario Monti non può più nemmeno vantare la proprietà del marchio "Scelta civica per l'Italia", finito nelle mani del viceministro dell'Economia – ed ex compagno di partito, eletto nel 2013 proprio nelle file di Scelta Civica – Enrico Zanetti e dell'ex fedelissimo di Silvio Berlusconi, Denis Verdini.

Mario Monti ha cercato di battersi fino all'ultimo per evitare che il marchio "Scelta civica" venisse "usurpato" per creare un nuovo gruppo parlamentare di maggioranza alla Camera, mandando una missiva all'ufficio di Presidenza e chiedendo di non permettere la fondazione del nuovo gruppo "Scelta civica verso i cittadini per l'Italia-Maie", ma il tentativo è caduto nel vuoto. "Il detentore del nome e del simbolo sono io", scriveva Monti nella lettera, intimando a Zanetti di non utilizzare il logo e ricordando che la proprietà del marchio appartiene ancora al fondatore per effetto di una scrittura privata, allegata alla comunicazione diretta all'ufficio di Presidenza. Ma non è bastato a bloccare la nascita del matrimonio tra Enrico Zanetti, cinque deputati di Scelta Civica e dieci colleghi del gruppo Ala di Verdini, nonostante in Tribunale da tempo sia aperto un contenzioso proprio relativo alla proprietà del marchio "Scelta Civica". L'ufficio di Presidenza ha risposto al senatore a vita che lui sarebbe titolare esclusivo del simbolo elettorale e non del nome "Scelta Civica". Coì, il neo-gruppo parlamentare di Zanetti, che porta ufficialmente nella maggioranza parlamentare Denis Verdini e i suoi, è stato fondato e l'ex presidente del Consiglio è rimasto a mani vuote. Per ora.

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