Governo nei guai: non ci sono soldi per il decreto fiscale

Problemi con le coperture finanziarie di tre emendamenti del decreto fiscale. Così, per questo motivo, il decreto collegato alla legge di bilancio è stato stoppato e dovrà tornare nuovamente alla Commissioni Bilancio e finanze, che dovranno effettuare le modifiche richieste. Secondo la Ragioneria generale dello Stato, infatti, sarebbero state riscontrate alcune problematiche relative a tre emendamenti specifici riguardante il regime dei minimi. Il primo è l'emendamento che prevede che qualora il contribuente che usufruisce del regime fiscale agevolato dovesse conseguire ricavi o compensi superiori alla soglia di legge, pari a 15mila euro, potrà continuare a godere delle agevolazioni dei minimi con l’applicazione dell’aliquota del 27% sulla quota eccedente il tetto. Questo tipo di approccio fiscale, però, secondo i tecnici, rischia di allargare a dismisura la platea degli aventi diritto, aumentando gli oneri per le casse dello Stato.
La seconda misura nell'occhio del ciclone è quella che dispone il pagamento spontaneo delle entrate degli enti locali è effettuato sul conto corrente di tesoreria dell’ente impositore o mediante F24, anche attraverso strumenti di pagamento elettronici, mentre per le entrate diverse da quelle tributarie il versamento è effettuato esclusivamente sul conto corrente di tesoreria o tramite strumenti elettronici. Al terzo emendamento, invece, occorre una correzione formale, al comma 13 dell'articolo 1 relativo all'abolizione di Equitalia, che contiene un rimando di legge sbagliato. Con il rinvio del provvedimento alle Commissioni, il governo ora dovrà decidere se stralciare le norme contestate oppure riscriverle tenendo conto dei rilievi della Ragioneria di Stato, ma la procedura comunque causerà dei ritardi nell'approvazione della legge di bilancio. Martedì mattina, infatti, l’Aula sarà quindi impegnata a votare l’autorizzazione al rinvio e le commissioni dovranno dedicarsi a questo, dunque salterà l’esame di ammissibilità dei 4.962 emendamenti alla manovra, che era inizialmente previsto per le 11 nella Commissione Bilancio. La prima lettura del decreto relativo alla rottamazione delle cartelle sarà probabilmente posticipato a mercoledì e potrebbe slittare anche l'inizio delle votazioni sulla manovra, inizialmente inserito nella giornata di giovedì 17.
In relazione al rinvio del decreto fiscale alle Commissioni, il relatore del provvedimento, Giovanni Sanga, ha dichiarato: "Si tratta di una semplice verifica tecnica, si tratta di un errore di natura tecnica. La Ragioneria deve approfondire perché rispetto a quanto previsto inizialmente ci si troverebbe di fronte a uno scoperto di 38 milioni di euro a valere sul 2017". "Per evitare problemi sulla manovra finanziaria chiederò che ogni riformulazione che abbia una spesa sia firmata dalla Ragioneria generale dello Stato ex ante", ha dichiarato il presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia, del Partito Democratico.