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La proposta del sottosegretario M5s Mattia Fantinati: “Impronte digitali anche per i parlamentari”

Il sottosegretario alla Pa Mattia Fantinati ha inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato per chiedere di introdurre il controllo tramite impronte digitali dei parlamentari e della loro presenza alle votazioni. Protestano in Aula a Montecitorio Pd e Leu: “La gravità di questo intervento non è accettabile”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Mattia Fantinati, scrive una lettera ai presidenti di Camera e Senato per chiedere l’introduzione del controllo delle impronte digitali anche per i parlamentari. In un’intervista al Messaggero, il sottosegretario del Movimento 5 Stelle lancia l’idea dei controlli biometrici anche per deputati e senatori, così come avviene per i dipendenti pubblici. Una proposta già avanzata negli scorsi mesi: “Stiamo per approvare la legge Concretezza, un provvedimento per aumentare l'efficienza della Pubblica amministrazione e che pone l'accento sulla valutazione dei dipendenti pubblici, non ultimo con il ricorso ai controlli biometrici, che dovrebbero tutelare i tanti dipendenti onesti e mettere fine ai furbetti del cartellino. Ma questi controlli devono valere anche per i politici. Che, anzi, devono dare l'esempio. Per questo, ho scritto una lettera ai presidenti di Camera e Senato, per rendere obbligatorie queste misure. Basta pianisti e sì a sistemi certi per verificare la presenza dei politici. Quello che vale per i dipendenti pubblici deve valere anche per i politici”.

Secondo Fantinati il controllo delle impronte è “previsto da tempo: si tratta di farlo diventare obbligatorio. Oggi non è obbligatorio depositarle, e quindi non è nemmeno obbligatorio utilizzarle per votare. Si tratta di un passaggio fondamentale per valutare la qualità di un politico. Il lavoro del parlamentare non si esaurisce nel voto, ma anche il voto serve per valutarne l'operato. La diaria giornaliera, infatti, è legata alla presenza, ed è considerato presente solo il parlamentare se partecipa almeno al 30% delle votazioni del giorno. Se la diaria si basa sulle votazioni, deve essere corrisposta a chi vi ha partecipato realmente”. Il sottosegretario si dice “sicuro” che il presidente della Camera Roberto Fico approvi la proposta, ribadendo che a suo parere è “fondamentale che i politici percepiscano questa pressione pubblica per approvare un tale provvedimento. Si tratterebbe di un passaggio fondamentale anche per la nostra proposta di riforma costituzionale di vincolo di mandato, prevista dal contratto di governo. La Lega lo ha messo nero su bianco. Procediamo?”. E proprio sul vincolo di mandato Fantinati aggiunge: “Noi siamo favorevoli al cosiddetto mandato imperativo. Il politico dovrebbe essere tenuto a votare secondo quanto deciso dal partito o, nel nostro caso, secondo quanto decidono gli iscritti attraverso la democrazia diretta, tramite Rousseau”.

Le proteste di Pd e Leu

La proposta di Fantinati non piace a Pd e Leu che protestano in Aula a Montecitorio e chiedono un intervento ufficiale del presidente della Camera Fico. Federico Fornaro, capogruppo di Leu a Montecitorio, ritiene la lettera del sottosegretario “irricevibile: la gravità di questo intervento non è accettabile, c’è un problema di dignità del Parlamento e non di accettare più la logica per cui siamo qui a rubare lo stipendio. Lezioni da un parlamentare che nella scorsa legislatura ha partecipato a una votazione elettronica su tre nessuno di noi in quest'Aula può accettarle: è ora di finire con questi attacchi, basta con questa barbarie e chiedo al presidente Fico di tutelare l'onorabilità del Parlamento".

Dura reazione anche da parte di Enrico Borghi, del Pd: “È necessario che Fico si esprima ed esca dal silenzio da Sibilla Cumana. L'appello di Fornaro è da sottoscrivere e rilanciare. È inaccettabile che vi sia una iniziativa da parte del governo che ritiene di dover e poter intervenire nell'organizzazione dei lavori dell'Aula, il governo non si può permettere di sindacare sulle scelte del Parlamento relative ai propri lavori. Chiediamo formalmente un richiamo da parte del presidente della Camera contro questa visione di un Parlamento di fannulloni”. E la presidente di turno, Mara Carfagna, assicura: “Riferirò al presidente le vostre richieste e sono certa troverà le parole giuste per difendere questa istituzione da attacchi infondati”.

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