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Manovra 2026

La legge anti Inter di Lotito in Manovra, cosa cambia per la classifica di Serie A se passa

La norma proposta da Claudio Lotito per rendere più “trasparenti” le proprietà delle squadre di calcio italiane è finita tra gli emendamenti segnalati nella legge di bilancio. Se passasse, tutti i fondi stranieri che controllano squadre di Serie A sarebbero obbligati a dichiararsi e costituirsi società in Italia. Per chi non lo fa, multe milionarie e anche penalizzazioni in classifica.
A cura di Luca Pons
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Il testo era già depositato in Parlamento, come proposta di legge. Ma ora Claudio Lotito, senatore di Fratelli d'Italia e presidente della Lazio, è riuscito a farlo inserire tra gli emendamenti segnalati alla manovra 2026, quelli che la commissione Bilancio dovrà discutere e poi votare nelle prossime settimane. Si tratta della cosiddetta "legge anti Inter", che ha l'obiettivo dichiarato di "garantire la massima trasparenza nelle proprietà e nella gestione" delle squadre italiane.

È una proposta che obbligherebbe le società di calcio professionistiche – incluse le squadre in Serie A – possedute da fondi di investimento a dichiarare chi sono i loro proprietari e azionisti; mentre i fondi stessi dovrebbero costituirsi delle società in Italia, con un legale rappresentante che risieda nel Paese. Per chi non rispetta questi obblighi, sanzioni milionarie e anche sportive: c'è anche la possibilità di perdere punti in classifica.

La proposta ora passerà al vaglio della commissione Bilancio del Senato. La discussione avverrà nelle prossime settimane, e a dicembre si saprà se il centrodestra deciderà di approvarla o di respingerla. Se il voto fosse favorevole, entrerebbe in vigore dal 1° gennaio 2026. In caso contrario, gli occhi tornerebbero puntati sulla proposta di legge già depositata al Senato.

Perché l'Inter e altri rischiano di perdere punti in classifica

L'emendamento, che riprende pari pari il testo della proposta di legge (attualmente ferma in Senato, nella commissione Cultura), prevede diversi obblighi. Il primo: tutte le squadre dovrebbero comunicare alla Figc, ma anche all'Anticorruzione (Anac), l'elenco di tutte le persone o le aziende che controllano almeno il 5% del loro capitale sociale. E, in più, da dove vengono i soldi che sono stati usati per comprare quella quota, e se il soggetto in questione ha legami con altre squadre di calcio italiane o straniere. Questi elenchi verrebbero poi pubblicati sui siti ufficiali di Figc e Anac.

Chi non esegue andrebbe incontro a una sanzione pesante. Sul piano economico, da uno a cinque milioni di euro. Sul piano sportivo, un punto in classifica per ogni settimana di ritardo. Con effetti diretti, quindi, anche sui campionati. In più, il legale rappresentante della società sportiva rischierebbe fino a un anno di carcere.

L'obbligo di avere una sede in Italia e le sanzioni per chi non lo fa

Il secondo obbligo: chi cede le proprie quote di una società di calcio deve comunicare alla Figc a chi le ha vendute. Il terzo, e cruciale: tutti i fondi e le società straniere che possiedono una quota di una squadra dovrebbero farsi una società in Italia, e nominare un legale rappresentante che risieda nel Paese. L'idea dichiarata è quella di portare più trasparenza nella proprietà delle squadre di calcio.

Anche qui ci sarebbe il rischio di sanzioni. Non sportive, ma più pesanti sul piano economico e amministrativo. Per iniziare, un milione di euro per ogni settimana di inadempienza. E in più l'impossibilità, per quel fondo o azienda, di esercitare i suoi diritti di voto all'interno della società sportiva. Inutile dire che una grande società in cui il principale azionista non può votare rischierebbe di finire nel caos.

Quali sono le squadre colpite

La norma era emersa già nelle scorse settimane, quando in molti l'avevano chiamata come detto "legge anti Inter" perché si fa riferimento a fondi di investimento stranieri. In realtà, l'Inter non è l'unica squadra di Serie A che ha tra i proprietari un fondo con sede all'estero: sono nella stessa situazione Milan e Atalanta, mentre altre società appartengono a grandi imprenditori stranieri (Roma, Fiorentina, Como…).

Ma Oaktree, fondo che controlla l'Inter, in un certo senso è meno ‘trasparente' del milanista RedBird e del bergamasco Bain Capital, soprattutto quando si parla di individuare le figure ai vertici. Bain Capital è riconducibile a Stephen Pagliuca, RedBird a Gerry Cardinale. Per questo, è probabile che i proprietari interisti – che invece fanno riferimento a un altro fondo canadese-americano, chiamato Broookfield Asset Management – sarebbero la squadra messa potenzialmente più in difficoltà dalla norma.

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