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Global Sumud Flotilla

La Global Sumud Flotilla è ripartita verso Gaza: “Ora non ci fermiamo più”

Dopo una serie di rinvii e rallentamenti, la Global Sumud Flotilla è ripartita alla volta di Gaza. “Siamo partiti, stavolta non ci fermiamo più”, ha dichiarato Maria Elena Delia, portavoce della più grande iniziativa umanitaria organizzata finora per rompere l’assedio e portare aiuti umanitari nella Striscia.
A cura di Giulia Casula
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La Global Sumud Flotilla è ripartita. In queste settimane la più grande iniziativa umanitaria indipendente diretta a Gaza ha subito una serie di rallentamenti. La partenza dapprima prevista per inizio settembre è poi slittata a venerdì scorso, e infine rimandata. Diverse le ragioni che hanno provocato i ritardi: gli attacchi incendiari contro le due navi in Tunisia, dietro i quali si sospetta esserci Israele, il meteo avverso che aveva bloccato alcune imbarcazioni a causa di una tempesta e una serie di difficoltà organizzative e logistiche.

"Siamo partiti, stavolta non ci fermiamo più", ha dichiarato Maria Elena Delia, portavoce della Global Sumud Flotilla,  che ha ufficializzati dalla rada di Portopalo di Capo Passero, a Siracusa in Sicilia, la partenza di 42 barche dirette a Gaza per portare aiuti umanitari, assieme ad altre sei salpate dalla Grecia.

"Noi vogliamo mandare un messaggio umanitario e politico. Vittorio Arrigoni che è stato il primo, insieme ad altri 40 attivisti, a rompere il blocco navale di Gaza nell'agosto del 2008 concludeva i suoi dispacci con "Restiamo umani". Mai come oggi è importante sottolinearlo", ha proseguito la portavoce. "Abbiamo lasciato Portopalo – ha aggiunto – c'è un grande senso di liberazione perchè mettere insieme tante barche così non è facile. Il piano è andare verso Gaza dove in questo momento c'è un black out delle comunicazioni, il che non vuol dire che non stiano accadendo cose che stanno andando oltre il disumano, superando limiti che pensavano non si potessero superare. Persone lasciate morire di fame e di sete. Una popolazione sterminata nell'arco di quasi due anni. Un genocidio conclamato da tutti. Ancora ci sono Governi, come il nostro, che si astengono quando si parla di sottoporre il governo Netanyahu a delle sanzioni".

Tra le navi che stanno salpando dal porto siciliano, c'è anche quella di TOM- Tutti gli occhi sul Mediterraneo, su cui è imbarcato il nostro inviato, Saverio Tommasi. Attualmente le imbarcazioni si stanno muovendo lentamente per dare la possibilità a tutte le altre di navigare secondo le disposizioni. Una volta uscite dalla baia, le navi si disporranno in Flotilla e partirà la navigazione alla volta di Gaza.

Dovrebbero essere in tutto 49, provenienti da Italia, Grecia, Tunisia e Spagna e cariche di aiuti umanitari per Gaza. La Flotilla cercherà di rompere l'assedio, superare il blocco navale imposto da Israele e portare aiuti umanitari ai migliaia di palestinesi intrappolati nella Striscia e ridotti ormai allo stremo.

Inizialmente le navi sarebbero dovute partire il 4 settembre, ma la partenza era stata posticipata a causa delle condizioni meteorologiche, che avrebbero compromesso il viaggio della Flotilla, formata principalmente da barche di piccole dimensioni. Così la data era stata rinviata ma i due attacchi incendiari del 9 e 10 settembre sulle navi ferme in Tunisia, avevano imposto un nuovo rallentamento. Secondo un dossier del Global Movement to Gaza (Gmg), una delle organizzazioni che fanno parte della Flotilla, ad aver colpito le due navi – senza causare vittime – sarebbero stati dei droni di provenienza israeliana. Insomma, un tentativo di scoraggiare la partenza e intimorire attivisti, giornalisti, politici e il resto dell'equipaggio a bordo.

A queste difficoltà, si sono aggiunte alcune complicazioni logistiche che riguardano l'organizzazione interna a ciascuna nave e il coordinamento con il resto della Flotilla. Le imbarcazioni infatti, fanno capo ad organizzazioni diverse e il raccordo con tutte le altre può essere talvolta complicato. Ad ogni modo, ora la Flotilla è finalmente ripartita ed è pronta a raggiungere Gaza.

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