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La destra ha presentato un’altra proposta di legge per dare più diritti ai feti

Il senatore Roberto Menia, di Fratelli d’Italia, ha presentato un disegno di legge per riconoscere la capacità giuridica di feti ed embrioni. È la quarta proposta di legge pro-life presentata dalla maggioranza in questa legislatura.
A cura di Luca Pons
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Roberto Menia, senatore di Fratelli d'Italia, ha depositato una proposta di legge per modificare l'articolo 1 del codice civile, per riconoscere la "capacità giuridica di ogni essere umano". Per adesso è noto solo il titolo, ma la proposta è molto simile a quella presentata ad ottobre da Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, che parlava più esplicitamente di "capacità giuridica del concepito". Si tratta di norme che mirano a tutelare giuridicamente embrioni e feti come se fossero persone già nate, cosa che potrebbe limitare il diritto all'aborto.

È la quarta proposta di legge che si può definire pro-life depositata dall'inizio della legislatura. Tutte e quattro sono state firmate da parlamentari del centrodestra. Oltre a quelle di Menia e Gasparri sulla tutela giuridica del feto, c'è la proposta di istituire la Giornata della vita nascente e quella, firmata dal senatore leghista Romeo, di tutelare la vita umana fin dal concepimento e considerare il concepito "come componente del nucleo familiare a tutti gli effetti".

Cosa dice la proposta di legge sul riconoscimento giuridico del concepito

Per quanto riguarda le proposte di intervento sul codice civile, queste fanno riferimento all'articolo 1, che recita: "La capacità giuridica si acquista al momento della nascita. I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all'evento della nascita". Ovvero, una persona inizia ad avere diritti ed essere legalmente tutelata nel momento in cui nasce.

La proposta di legge depositata da Maurizio Gasparri il 13 ottobre, invece, prevederebbe di cambiare così l'articolo: "Ogni essere umano ha la capacità giuridica fin dal momento del concepimento. I diritti patrimoniali che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita". Cioè, una persona ha dei diritti fin dal momento in cui è concepita, e dopo la nascita semplicemente arrivano i diritti patrimoniali, cioè quelli che riguardano gli interessi economici.

Lo scopo di Menia è lo stesso: "Si tratta di riconoscere, anche nell'ambito giuridico, che embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realtà, un identico soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo", ha spiegato il senatore presentando il disegno di legge. Lo stesso tono utilizzato nella proposta di legge di Maurizio Gasparri: "Si può attribuire il nome di ‘bambino' anche all'embrione e al feto umano, così come comunemente si fa per il neonato e il ragazzo".

La risposta delle opposizioni: "Propaganda di destra che attacca le donne"

"Una proposta buona per la propaganda della destra, ma assai pericolosa sul piano dei diritti", ha commentato Luana Zanella, capogruppo dell'Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera. "Non esiste vita intra-uterina a prescindere dal corpo e dalla mente della madre. La personalità giuridica è della madre e la usa secondo il suo modo di guardare il mondo".

"Evidentemente FdI non voleva sentirsi da meno rispetto a Forza Italia, nell’attacco alle libertà e ai diritti delle donne di disporre del proprio corpo", ha dichiarato la senatrice del Partito democratico Valeria Valente.

Alessandra Maiorino, senatrice del Movimento 5 stelle, ha parlato di "esproprio patriota dell'utero", sostenendo che "il partito di Meloni vuole derubare le donne della proprietà sul proprio corpo e attribuire soggettività giuridica superiore a un ovocita fecondato rispetto alla femmina umana adulta".

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