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Referendum sulla giustizia 2026

La consigliera del Csm Bertolini va nella sede di FdI per la riunione di partito sul Referendum giustizia

Isabella Bertolini, consigliera laica del Consiglio superiore della magistratura, era a una riunione nella sede di Fratelli d’Italia di Roma, dove il partito ha deciso insieme agli alleati la strategia della campagna per il Sì al referendum sulla giustizia. Il Csm garantisce l’autonomia dei magistrati, ma per Bertolini “non è scandaloso” essere andata essere un incontro di partito.
A cura di Luca Pons
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Il Consiglio superiore della magistratura è il più alto organo di autogoverno di pm e giudici, e ha anche la funzione di tutelare e garantire l'indipendenza delle toghe dalla politica, dal governo, dai partiti. Perché allora Isabella Bertolini, membro laico del Csm, consigliera eletta nel 2023 in quota Fratelli d'Italia, martedì 2 dicembre si trovava nella sede di FdI a Roma per un vero e proprio incontro di partito?

La riunione, a cui partecipavano anche esponenti delle altre forze del centrodestra e del governo, aveva l'obiettivo di decidere una strategia per il Sì alla campagna referendaria sulla giustizia. Per questo sembra ancora più inopportuno che una consigliera del Csm fosse presente. Bertolini, però, si è difesa dicendo che non è "una cosa scandalosa". Il caso ha ricordato il caso del Garante della privacy, dove un altro esponente istituzionale in quota FdI era andato nella sede di partito prima di una decisione importate.

La riunione della destra per decidere una strategia al referendum

Bertolini avrebbe preso parte a un incontro in cui c'erano la capo della segreteria politica di FdI Arianna Meloni, il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli, il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami; insomma, i vertici nazionali del partito. Ma anche il sottosegretario Alfredo Mantovano, e quindi un esponente del governo Meloni. Insieme a loro, parlamentari di Forza Italia (Enrico Costa, Pier Antonio Zanettin), della Lega (Simonetta Matone) e il responsabile giustizia di Noi moderati Gaetano Scalise. A riportare l'avvenuto è stato il Fatto quotidiano.

Non era, questo va chiarito, un evento pubblico o istituzionale. Si trattava di una riunione strategica di coalizione. Tra i temi trattati, per esempio, ci sarebbero stati la possibilità di costituire un comitato unico di centrodestra per il Sì al referendum, di organizzare eventi congiunti, come gestire la comunicazione social. Tutti aspetti strettamente partitici. Difficile, quindi, giustificare la presenza di una consigliera del Csm

Chi è Isabella Bertolini

Bertolini è stata eletta nel Consiglio superiore della magistratura nel 2023. È un membro laico, ovvero non una magistrata: è avvocata dal 1991, ma per anni ha fatto politica. È stata in Parlamento per dodici anni con Forza Italia e il Popolo della libertà, dal 2001 al 2013; nel 2019 ha abbandonato i forzisti per candidarsi, l'anno successivo, alle elezioni regionali in Emilia-Romagna con la Lega, dove non è stata eletta. Due anni fa, il Parlamento l'ha eletta nel Csm in quota Fratelli d'Italia.

Dalla sua elezione, Bertolini è stata tra i membri laici che hanno perseguito con più decisione la linea del centrodestra. Ha proposto, ad esempio, più di un'iniziativa nei confronti di magistrati ritenuti ‘ostili' alla maggioranza, come il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, responsabile dell'indagine sul caso Almasri che ha visto tra gli indagati anche la presidente del Consiglio Meloni.

La consigliera del Csm si difende: "Tutti vanno a convegni"

A riemergere sono state soprattutto le parole di Bertolini in occasione di un caso risalente allo scorso anno. A novembre 2024, il Csm aveva votato ad ampia maggioranza per tutelare Marco Gattuso, un giudice di Bologna che era finito al centro degli attacchi della destra (politici e giornali) per aver chiesto un parere alla Corte di giustizia europea sul decreto Paesi sicuri.

In quell'occasione, anche i magistrati delle correnti di destra e di centro avevano votato a favore nel Csm. Si erano dichiarati contrari alla tutela solo i cinque membri laici eletti in quota FdI, FI o Lega. E proprio Bertolini aveva commentato alla Stampa: "I magistrati sono chiamati ad applicare le leggi, non a scendere in una contesa dove indossano delle casacche e si mettono allo stesso livello della diatriba politica". Per poi aggiungere: "Oh, ci sta. Ma poi non è che ci mettiamo a fare il piagnisteo, il vittimismo, gli offesi. Se scegli di scendere in campo, allora giochi la tua partita".

Parlando della sua presenza all'incontro di Fratelli d'Italia, invece, il tono è stato ben diverso: "Io non c'entro niente col partito, sono andata a sentire cosa stavano organizzando, non mi sembra una cosa scandalosa", ha detto al Fatto. Poi ha confermato che parteciperà "attivamente per il Sì al referendum", dicendo che è la stessa situazione di "tutti i consiglieri del Csm che vanno a 100mila convegni", che però sono ben diversi da riunioni private di partito.

Bonelli (Avs): "Grave per la salute democratica"

La notizia ha attirato la condanna di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra: "Fratelli d’Italia utilizza gli organismi indipendenti e di garanzia dello Stato per i suoi fini politici", ha commentato. "Il Csm è l’organo che deve tutelare l’indipendenza della magistratura. La sua terzietà non può essere messa in discussione neppure per un istante. È un fatto estremamente grave" e "un tema di salute democratica. Questa vicenda ci fa capire come la riforma della separazione delle carriere sia uno strumento per la destra di mettere sotto controllo politico la magistratura".

"Quella era una riunione politica, non istituzionale o un convegno", ha insistito Peppe De Cristofaro, capogruppo di Avs in Senato: "Se sei componente dell’organo che dovrebbe tutelare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura non puoi partecipare ad una riunione politica sulle strategie per il prossimo referendum sulla giustizia, sulla magistratura".

È intervenuto anche il comitato per il No, tramite il suo presidente Enrico Grosso, che ha denunciato: "Il caso Bertolini è un campanello d'allarme", perché con la riforma su cui si voterà "i laici scelti dalla maggioranza parlamentare diventerebbero ancora più influenti, mentre i magistrati, scelti per sorteggio, sarebbero più deboli e privi di una legittimazione interna. Il risultato sarebbe un Csm inevitabilmente più esposto alla maggioranza di governo".

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