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La Camera ordina il “daspo” per cinque attivisti di Greenpeace. “Non siamo hooligans”

I cinque attivisti, con la complicità di un collaboratore del Movimento 5 Stelle, avevano esposto sulle tribune della Camera dei Deputati uno striscione contro il decreto Sblocca Italia.
A cura di D. F.
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I cinque attivisti di Greenpeace che lo scorso 30 ottobre entrarono alla Camera dei deputati ed esposero sulle tribune riservate al pubblico uno striscione contro il decreto "Sblocca Italia" non potranno più entrare a Montecitorio per tutto il corso della legislatura. A stabilirlo è stato l'ufficio di presidenza, che in questi gioni ha minuziosamente esaminato i filmati della seduta di due settimane fa e sanzionato anche il collaboratore del gruppo M5S (potrà accedere solo agli uffici del Gruppo e non più anche in transatlantico) che aveva consegnato al gruppetto di ambientalisti il manifesto con scritto ‘No trivellazioni, sì rinnovabili. Non fossiliziamoci' mostrato durante la votazione dello Sblocca Italia. Nessuna sanzione è stata invece comminata ai deputati del Movimento 5 Stelle che, contemporaneamente, alzarono in Aula dei cartelli sui quali era stampata una croce e l'hashtag ‘SfasciaItalia'.

La sanzione nei confronti dei cinque attivisti è stata immediatamente commentata da Greenpeace Italia: "La decisione di proibire l'accesso ai cinque attivisti per tutta la legislatura alle tribune del pubblico dell'Aula della Camera è stata presa oggi dall'ufficio di presidenza di Montecitorio. Secondo le agenzie di stampa la sanzione per i nostri attivisti doveva inizialmente essere limitata a un mese, ma l'estensione all'intera durata della legislatura è stata decisa "perché hanno opposto resistenza ai commessi". Al momento non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione dalla Camera. La nostra azione non ha in alcun modo impedito o ostacolato i lavori dell'assemblea e si è svolta – come sempre – in maniera pacifica e non violenta. L'Ufficio della Presidenza della Camera evidentemente ritiene che Greenpeace stia al Parlamento come gli hooligans agli stadi di calcio, ma noi non ci stiamo, ancor di più se pensiamo che tra i deputati figurano numerosi condannati e rinviati a giudizio. Evidentemente siamo più pericolosi di loro. E più pericolosi dei lobbisti delle compagnie petrolifere che tra i corridoi di Montecitorio, invece, sono di casa. Noi siamo da oggi banditi da Montecitorio, ma loro sono i banditi del petrolio!".

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