La Bce lascia i tassi di interesse invariati al 2% dopo otto tagli di fila: perché e cosa cambia per i mutui

La Banca centrale europea ha deciso di non modificare i tassi d'interesse e li ha lasciati invariati: al 2% il tasso sui depositi, al 2,15% il tasso sui rifinanziamenti principali e al 2,40%i il tasso sul rifinanziamento marginale. È la prima volta, dopo otto tagli consecutivi, che la Bce frena e non abbassa i tassi.
La decisione arriva perché l'obiettivo è stato raggiunto, ha fatto sapere la Banca in una nota: "L'inflazione è pari attualmente al nostro obiettivo del 2% a medio termine. Le nuove informazioni sono sostanzialmente in linea con la valutazione precedente del Consiglio direttivo circa le prospettive di inflazione". In più, "le pressioni interne sui prezzi hanno continuato ad attenuarsi, a fronte di un rallentamento dei salari". Ecco cosa può cambiare per chi ha un mutuo o vuole chiederne uno.
Perché la Bce non ha tagliato i tassi d'interesse e li ha lasciati invariati.
Non è stata una sorpresa, per i mercati: da tempo ci si aspettava che questo avrebbe potuto essere il momento di rallentare la discesa, dato che l'inflazione era in calo da tempo. Anche perché, in una situazione di fortissima incertezza internazionale, non si può escludere che l'andamento dei prezzi prenda di nuovo una brutta piega. In quel caso, la Banca centrale europea potrebbe essere spinta ad alzare nuovamente i tassi. Per per il momento si parla solamente di ipotesi.
"Il contesto rimane eccezionalmente incerto, soprattutto a causa delle dispute commerciali", cioè dei dazi degli Stati Uniti, ha scritto la Banca nel suo comunicato alla fine della riunione del Consiglio direttivo. Consiglio che "è determinato a garantire che l'inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del 2% nel medio termine. Adotterà un approccio basato sui dati e sulle riunioni per determinare l'orientamento appropriato della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si impegna in anticipo su un percorso specifico per i tassi". Tradotto: non c'è ancora una linea per il futuro, si vedrà di volta in volta. Il prossimo appuntamento è fissato per l'11 settembre.
Cosa succede a chi ha un mutuo o vuole chiedere un prestito
Per quanto riguarda gli effetti concreti della decisione della Bce sulle famiglie, in particolare chi ha un mutuo o vorrebbe accenderne uno, non dovrebbero essere molto forti nell'immediato. La Banca centrale stabilisce i tassi che le banche usano poi per decidere i loro tassi d'interesse per i prestiti: in particolare, quello che ha un effetto più diretto è il tasso sui depositi, che oggi resta al 2%. È una soglia piuttosto bassa.
Venendo da un periodo di otto tagli consecutivi, molte banche stanno ancora gradualmente abbassando le loro offerte ai clienti. In ogni caso, la decisione di sospendere i tagli non significa che arriveranno degli aumenti in futuro. Perciò, sia chi ha un mutuo a tasso variabile, sia chi vuole chiedere un nuovo prestito, non dovrebbe vedere degli scossoni. È probabile che anche il proprio istituto di credito, per il momento, manterrà le condizioni più o meno invariate in attesa di capire come si evolverà la situazione. Naturalmente si tratta di considerazioni generali: ciascuna banca è libera di modificare i tassi come preferisce, e le condizioni di ciascuno specifico cliente possono variare.