video suggerito
video suggerito

Kyenge risponde alla Lega: “Pensi ai soldi in Tanzania e alle lauree in Albania”

Il Ministro risponde alle critiche della Lega e attacca: “Piuttosto che focalizzarsi su quello che ha fatto la ministra in questi mesi occorre dare risposte ad altre domande”.
A cura di Antonio Palma
27 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo mesi di dura contestazione da parte di diversi rappresentanti della Lega Nord, il ministro dell'integrazione Cecile Kyenge questa volta non ha resistito e ha risposto seccamente alle critiche del Carroccio. "Piuttosto che focalizzarsi su quello che ha fatto la ministra in questi mesi occorre dare risposte ad altre domande, e cioè alle richieste economiche scomparse negli anni, ai tanti anni in cui si lotta contro l'immigrazione e poi si investe in Tanzania e ci si ritrova a prendere diplomi in Albania" ha attaccato Kyenge oggi durante un convegno a Saronno. Rispondendo alle domande del giornalista Gad Lerner sugli attacchi ricevuti dai leghisti, il ministro infatti ha fatto riferimento all'investimento milionario della Lega  in Tanzania sotto la guida dell'ex tesoriere Francesco Belsito e allo scandalo della laurea che ha coinvolto Renzo Bossi, il figlio del Senatur. Una affronto che non è piaciuto al segretario leghista Matteo Salvini che ha attaccato: "La signora Kyenge è pagata solo per insultare la Lega? E' pagata dagli italiani per occuparsi di rom e clandestini? La signora è disponibile a fare un confronto pubblico con la Lega, sui temi dell'immigrazione, del lavoro e della clandestinità? Oppure la signora ha paura del confronto e preferisce fare comizi e monologhi, perché non ha niente da dire o da fare?".

Intanto anche oggi contestatori leghisti hanno manifestato contro il ministro davanti alla sede dove era attesa Kyenge in provincia di Varese con slogan come "Fuori i clandestini dalla Padania" o "La Padania  bancomat dei clandestini". Il Ministro comunque non ha replicato sottolineando "La mia resistenza si spiega anche con un percorso personale, di sofferenza e lavoro duro e alcuni momenti di umiliazione. Il mio percorso è stato molto duro, e non solo per gli attacchi che già ricevevo. Ricordo il giorno in cui ero senza casa in un paese straniero da sola, sapendo che non avevo nulla da mangiare. Quando penso a quello che ho passato non vorrei che qualcun altro lo vivesse".

27 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views