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Italia tra gli ultimi Paesi Ue per diritti della comunità Lgbt: davanti a noi anche Ungheria di Orban

L’Italia si conferma ultima in Europa occidentale, dietro tutti gli altri big europei, per il rispetto e riconoscimento dei diritti umani della comunità Lgbt. Ecco cosa mostra la mappa della International Lesbian and Gay Association.
A cura di Annalisa Girardi
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L'International Lesbian and Gay Association (Ilga) è un'associazione internazionale che riunisce diverse organizzazioni attive nella difesa dei diritti umani e civili della comunità Lgbtq. Ogni anno, poco prima della Giornata mondiale contro l'omofobia che si celebra il 17 maggio, viene pubblicato un report che analizza la situazione nei diversi Paesi. In Europa viene stilata una classifica sullo stato di salute dei diritti di persone gay, lesbiche, bisex, trans e intersex nei diversi Paesi. E l'Italia si conferma ultima in Europa occidentale, dietro tutti gli altri big europei. Viene infatti calcolato un punteggio: al 100% corrisponde a un pieno rispetto dei diritti umani e civili della comunità Lgbt e se la media europea è del 48%, il nostro Paese rimane indietro al 25%.

Lontanissimi i Paesi scandinavi, che ottengono i punteggi più alti: 68% in Svezia e Norvegia. Ma in generale in tutti i Paesi dell'Europa occidentale (esclusa l'Italia) si registrano numeri elevati, anche se non si arriva mai al pieno rispetto dei diritti Lgbt: in Francia il 64%, in Spagna e Portogallo il 62%, in Germania il 53%. Al contrario, i punteggi più bassi sono in Turchia (4%) e Russia (8%), ma anche in Polonia (13%), Bielorussia (12%) e in generale in tutti i Paesi dell'Est.

L'Italia, pur passando dal 22% dell'anno prima al 25%, è comunque indietro rispetto ai Paesi dell'Europa occidentale. E si classifica al 33esimo posto, su 49 Stati dell'Europa e Asia centrale analizzati. Per capirci, il nostro Paese è anche dietro all'Ungheria di Viktor Orban.

La classifica viene fatta tenendo conto di diversi aspetti. Si considerano ad esempio fattori come l'uguaglianza e la libertà di espressione, ma anche le questioni familiari, l'incitamento all'odio, il riconoscimento legale del genere e i diritti di asilo.

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Nella sezione dedicata al nostro Paese nel lungo report stilato non potevano mancare i riferimenti al naufragio del ddl Zan in Senato. Nonostante l'impegno della società civile, con manifestazioni in tutte le principali città italiane, la proposta di legge che avrebbe colpito le discriminazioni per identità di genere e orientamento sessuale, è stata affossata. "Ma nel frattempo i crimini contro la comunità Lgbt sono continuati. Secondo Arcigay sui media viene denunciato un crimine d'odio contro la comunità Lgbt ogni tre giorni".

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