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Istat, in futuro spariranno 11 mln di italiani: giovani si occuperanno di 3 mln di mamme anziane

L’ex presidente Istat Blangiardo, agli Stati Generali sulla Natalità ha detto che nei prossimi anni potrebbero sparire 11 milioni di italiani, e “noi perderemo quasi 500 miliardi di Pil”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ex presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo è intervenuto oggi agli Stati Generali sulla Natalità, e ha fornito le stime sulle nascite per i prossimi anni: in pratica è stato calcolato che spariranno 11 milioni di italiani. Questo significa che rischiamo di perdere quasi 500 miliardi di Pil.

"Da un po' di anni a questa parte siamo un Paese con più morti che nati: gli ultimi dati sono 713mila morti a fronte di 393mila nascite. Un grande Paese che comincia a perdere popolazione. Le previsioni per i prossimi anni: i 59 milioni di italiani di oggi scendono a 48 milioni scarsi, spariranno 11 milioni di persone. In Europa siamo tra i grandi perché abbiamo una grande popolazione, noi, la Francia, la Germania. La Svezia che ha molto territorio non è un grande Paese. Avremo 800mila morti a fronte di 300mila nati. Se non cambiano le cose questo è uno scenario che va a realizzarsi", ha spiegato.

"È chiaro che la popolazione produce la dimensione del Pil, quindi i cambiamenti demografici, il minori numero di abitanti, la loro modifica rispetto all'età della popolazione. Non succederà, ci auguriamo, però se le cose dovessero muoversi come abbiamo visto noi perderemo quasi 500 miliardi di Pil, che ovviamente non è pochissimo".

L'immigrazione è una soluzione?

"L'immigrazione è certamente importante per la nostra società. È una questione di dimensione e di governo del fenomeno. La stima Istat è di 130mila immigrati l'anno, mentre Eurostat prevede un raddoppio di circa 260mila, e dal lato della natalità non cambia molto, anche se è importante, ma anche con la stima Eurostat la popolazione diminuisce. Insomma l'immigrazione contribuisce ma non risolve il calo della popolazione", ha detto ancora Blangiardo, che lancia anche l'allarme sul fatto che rinviare il progetto di un figlio spesso equivale a non averlo affatto: "‘C'è una domanda delle donne di figli inevasa. Questa domanda insoddisfatta fa sorgere dei problemi, perché vorrebbero ma non realizzano. È il rinvio che spesso diventa rinuncia".

"L'obiettivo è almeno 500mila nascite l'anno in Italia. Siamo a 400mila, non è un obiettivo esagerato. Ricordo che nel 2008 c'erano 577mila nascite in Italia. Dire di raggiungere le 500mila nascite alla fine di questo decennio, nel 2030-32 è ragionevole. È realizzabile. Dovremo, però, creare le condizioni per anticipare la nascita del primo figlio, non a 35 anni come ora. I giovani devono poter fare questa scelta, che spesso vogliono ma che per mille motivi ritardano, rinviano".

Invecchiamento popolazione è un problema per la spesa sanitaria

"Questo mondo che invecchia, 800mila ultranovantenni oggi, 2,2 milioni ultranovantenni nel 2070, di cui 145mila ultracentenari. A questi signori qui dobbiamo garantire una qualità della vita. Teniamone conto perché ci sarà una spesa sanitaria enorme per dare una qualità di vita ad una popolazione così invecchiata", ha ricordato Blangiardo.

"Questi giovani che hanno oggi tra 10 e i 24 anni e che fra 30 anni ne avranno tra 40 e 54 anni avranno 3 milioni di mamme anziane e alle quali dovranno dare una mano. Non dimentichiamo che spesso questi giovani sono figli unici e siccome il welfare non è solo lo Stato ma famiglia. Le reti familiari sono fondamentali e quindi se si ha una famiglia robusta reggi, ma se la famiglia è debole ci saranno grosse difficoltà. I nostri giovani, purtroppo, temo che avranno di fronte un futuro in cui dovranno fare dei grossi sforzi per rispettare un senso di responsabilità che mi auguro resti un valore fondante della nostra società", ha affermato ancora l'ex presidente dell'istituto.

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