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Manovra 2026

Isee, esclusa la prima casa in Manovra: come cambia il calcolo e quali bonus si possono richiedere

La nuova manovra prevede che la prima casa venga esclusa dal calcolo Isee fino a 91.500 euro, contro gli attuali 52.500. Ma la novità non vale per tutti i bonus: si applicherà solo a specifiche prestazioni (Assegno di Inclusione, Assegno Unico o Universale, Bonus nido o nuovi nati) rischiando di creare confusione e disuguaglianze.
A cura di Francesca Moriero
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Una delle principali novità della manovra finanziaria per il 2026 riguarda l'Isee, ovvero lo strumento che misura la condizione economica delle famiglie e determina l'accesso o meno a eventuali prestazioni sociali e agevolazioni. Il governo ha scelto di intervenire su un punto molto delicato e cioè il valore della prima casa di proprietà, quella abitazione dove la famiglia vive stabilmente. L'intenzione dichiarata è quella di alzare la soglia sotto la quale il valore catastale della prima casa non viene considerato nel calcolo dell'Isee, portandola dagli attuali 52.500 a 91.500 euro, con ulteriori incrementi di 2.500 euro per ogni figlio convivente dopo il primo; in questo modo, più famiglie potrebbero vedere il proprio patrimonio immobiliare escluso dalla valutazione complessiva, agevolando l'accesso ad alcune prestazioni sociali, come l'Assegno Unico per i figli, bonus nido e assegni di inclusione.

Questa modifica riguarda però solo alcune prestazioni specifiche e non sarà estesa a tutto il sistema Isee. Una scelta parziale che alimenta già dubbi e critiche da parte di sindacati e operatori fiscali, che temono un aumento della complessità e della confusione per cittadini e CAF, oltre a un indebolimento della capacità dell'Isee di distinguere in modo equo chi ha più bisogno.

Come viene calcolato l'Isee oggi

L'Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è uno strumento che fotografa la situazione economica complessiva di un nucleo familiare e viene utilizzato per stabilire il diritto a bonus, sconti o aiuti pubblici.

Il calcolo tiene conto di:

  • reddito complessivo del nucleo familiare (lavoro, pensioni, rendite, ecc.);
  • patrimonio mobiliare (risparmi, depositi, titoli);
  • patrimonio immobiliare (case e terreni di proprietà).

A questa somma si applica poi una scala di equivalenza, che serve a rendere il valore proporzionale al numero di persone in famiglia e alle loro condizioni, come la presenza di figli o disabili.

La regola attuale sulla prima casa

Fino ad oggi, il valore della prima casa è stato parzialmente escluso dal calcolo dell'Isee. In particolare:

  • Se il valore catastale della casa (rivalutato ai fini IMU) è fino a 52.500 euro, non viene considerato nel calcolo;
  • Se supera quella cifra, si considera solo due terzi dell'importo eccedente.

Come cambia il calcolo Isee con l'esclusione della prima casa: la nuova soglia

Con la nuova manovra, il governo propone di alzare la soglia di esclusione a 91.500 euro. In pratica, le famiglie che vivono in una casa di valore fino a 91.500 euro non vedranno questo patrimonio conteggiato nell'Isee; la soglia può aumentare ulteriormente: per ogni figlio convivente oltre il primo, si aggiungono 2.500 euro. Per esempio, una famiglia con tre figli potrà arrivare fino a 96.500 euro di esclusione.

Quali bonus si potranno richiedere con il nuovo Isee

La modifica, non si applicherà a tutti gli Isee, ma solo per accedere ad alcune prestazioni. Nello specifico, il nuovo calcolo con la franchigia più alta sulla prima casa vale solo per:

  • Assegno di Inclusione (ADI)
  • Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL)
  • Assegno Unico e Universale per i figli a carico
  • Bonus nido
  • Bonus nuovi nati

Per tutte le altre prestazioni, come tasse universitarie, servizi comunali o altri contributi regionali e statali, resterà in vigore la regola attuale. Questo approccio selettivo rischia però di creare una doppia velocità nell'Isee, aumentando la confusione tra cittadini e operatori.

Cambia anche la scala di equivalenza

Oltre alla prima casa, la manovra interviene anche sulle scale di equivalenza, cioè quel meccanismo che "alleggerisce" l'Isee delle famiglie numerose. Fino ad oggi, il sistema prevedeva aumenti solo per chi ha almeno tre figli:

  • +0,2 per tre figli
  • +0,35 per quattro
  • +0,5 per cinque o più

Dal 2026 la scala sarà più progressiva:

  • +0,1 per due figli
  • +0,25 per tre figli
  • +0,4 per quattro figli
  • +0,55 per cinque o più figli

Un piccolo miglioramento che riconosce il carico economico anche delle famiglie con due figli, finora escluse da qualsiasi maggiorazione.

Critiche e rischi 

Nonostante queste novità, le critiche, come anticipato, non mancano: la CGIL mette in guardia sui rischi di un provvedimento che potrebbe indebolire la progressività dell'Isee, ovvero la sua capacità di distinguere chi ha realmente bisogno. Alzando la soglia di esclusione per la prima casa, si potrebbe favorire chi ha patrimoni immobiliari anche elevati ma redditi bassi, a scapito di chi magari vive in affitto o dispone di redditi più stabili ma senza patrimoni e questo potrebbe tradursi in un accesso poco selettivo alle prestazioni sociali, creando disuguaglianze non volute. Non solo la scelta di modificare il calcolo solo per alcune prestazioni rischierebbe poi di generare confusione e difficoltà operative: per accedere a bonus diversi, potrebbe essere necessario aggiornare l'Isee più volte con parametri differenti, un processo complesso e costoso per cittadini e centri di assistenza fiscale. Si rischia cioè di ripetere problemi già noti, come quello dell'esenzione sui titoli di Stato, quando molti non sono riusciti a sfruttare l'agevolazione proprio per difficoltà procedurali.

Infine, i numeri confermano che il beneficio per le famiglie sarà limitato: secondo una stima del Sole 24 Ore basata sui dati dei CAF Acli, anche alzando la soglia a 100mila euro, solo il 15% delle famiglie italiane ne trarrebbe un vantaggio concreto. Questo, unito al costo stimato di 465 milioni di euro per il 2026, solleva ulteriori dubbi sull'efficacia e l'efficienza della misura.

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