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Intercettazioni, Orlando contro il ministro Nordio: “Limitarne l’utilizzo è un rischio enorme”

In un’intervista a Fanpage.it Andrea Orlando, deputato del Partito Democratico ed ex ministro della Giustizia, risponde alle parole del Guardasigilli sulle intercettazioni: “Limitarne l’utilizzo quando vengono usate per contrastare gravi reati che possono mettere in discussione la sicurezza collettiva è un rischio molto grande”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La crociata del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, contro le intercettazioni non è passata inosservata. Nei giorni scorsi il Guardasigilli ha detto che la maggior parte sono "costosissime e non servono a nulla" e ha annunciato – nel suo discorso sulle linee programmatiche del suo dicastero – una nuova riforma. Nell'anticipazione di un'ampia intervista a Fanpage.it che uscirà domani, il deputato del Partito Democratico ed ex ministro della Giustizia Andrea Orlando lancia l'allarme: "Noi nel nostro Paese abbiamo un brutto vizio, di procedere a riforme e interventi senza fare un bilancio degli effetti degli interventi precedenti – dice il parlamentare dem – Lo vediamo con il reddito di cittadinanza, si sta pensando di rivederlo senza ancora guardare agli effetti di ciò che è stato previsto lo scorso anno".

"Così mi pare si stia facendo sulle intercettazioni, che sono state riformate in parte in base a un mio decreto, in parte con rimaneggiamenti successivi – ricorda l'ex Guardasigilli – Fatto sta che il numero di intercettazioni pubblicate dalla stampa è sceso in maniera significativa". Quando questo non è avvenuto "bisogna chiedersi il perché, è un fatto strutturale o patologico? – chiede Orlando – Se è patologico bisogna intervenire con le sanzioni, se è strutturale bisogna intervenire con nuove norme".

"Diverso è invece l'utilizzo delle intercettazioni – continua Orlando – perché limitarne l'utilizzo quando vengono usate per contrastare gravi reati che possono mettere in discussione la sicurezza collettiva è un rischio molto grande". E sottolinea: "Penso che si tratti di capire se ci sono abusi e strumenti alternativi alle intercettazioni, magari meno invasivi dal punto di vista della privacy". Questa però è "un'indagine da fare caso per caso, perché se con una norma si dicesse che per tutto un certo tipo di reati non si possono più utilizzare le intercettazioni dobbiamo sapere che avremmo un Paese meno capace di contrastarli".

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