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Intercettazioni Napolitano: dalla Cassazione stop alla distruzione dei nastri

La corte ha ritenuto ammissibile il ricorso dei legali di Massimo Ciancimino imputato nel processo di Palermo per la trattativa tra Stato e mafia.
A cura di Antonio Palma
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Intercettazioni Napolitano: dalla Cassazione stop alla distruzione dei nastri

Prosegue la battaglia legale a colpi di ricorsi e contro ricorsi attorno alle intercettazioni telefoniche che coinvolgono il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano registrato al telefono con Nicola Mancino nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato mafia. Dopo la vittoria del Capo dello stato che aveva sollevato il conflitto tra poteri dello stato davanti alla Corte Costituzionale contro la Procura di Palermo, oggi infatti è arrivato un nuovo stop all'immediata distruzione di quei nastri già fissata per il 13 marzo. La corte di Cassazione infatti ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato dagli avvocati di Massimo Ciancimino, uno dei principali accusatori ma anche imputato nel processo in corso a Palermo sulla trattativa tra Stato e mafia.

I legali di Ciancimino avevano impugnato la decisione del giudice per le indagini preliminari di distruggere le intercettazioni senza il contraddittorio tra le parti. Per gli avvocati Francesca Russo e Roberto D'Agostino, infatti, in quelle telefonate si potrebbero nascondere elementi molto utili alla difesa del loro assistito che è imputato nel procedimento per concorso in associazione mafiosa e calunnia. La distruzione dei nastri comunque per il momento è stata solo rinviata perché l'impugnazione sarà valutata nel merito dalla sesta sezione della suprema corte il 18 aprile prossimo.

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