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Covid 19

In Alto Adige si torna a scuola con il “semaforo”: le regole le decide la curva epidemiologica

In Alto Adige le regole per il rientro in classe saranno stabilite in base al numero di contagi: sarà insomma il numero di casi a determinare le linee guida da applicare. È stato adottato il sistema del “semaforo”, che si basa appunto sull’andamento della curva epidemiologica: verde (regole più ‘light’), giallo (misure più stringenti), rosso (didattica a distanza e chiusura delle scuole).
A cura di Annalisa Cangemi
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In Alto Adige si torna tra i banchi molto presto, il 7 settembre. I ragazzi riprenderanno a studiare prima di altri coetanei delle altre Regioni. In veneto per esempio le scuole riapriranno l'11, mentre nella maggior parte delle Regioni la campanella suonerà tra il 14 e il 15 settembre. Come ha raccontato ‘Today', in Alto Adige per il rientro in classe in sicurezza è stata prevista una procedura che potrebbe essere applicata in altre Regioni. Le regole seguiranno un modello che utilizza i colori del "semaforo", e che si basa sull'andamento della curva epidemiologica: verde significa norme più leggere su assembramento e igiene, mascherine solo negli spazi comuni, se la situazione resterà sotto totale controllo; giallo che prevede il distanziamento di un metro, obbligo di mascherina e ingressi scaglionati, se i contagi iniziano a salire, ma moderatamente; rosso, e cioè nuovo lockdown e didattica a distanza, se il numero dei contagi torna a crescere in modo considerevole, come all'inizio dell'emergenza. Sarà insomma il numero di casi a determinare le linee guida da applicare.

Questo il "semaforo" per il rientro a scuola:

  • Verde: restano sempre valide le regole sull’igiene e il divieto di assembramento, invece le mascherine sono previste solo negli spazi comuni.
  • Giallo: le mascherine sono obbligatorie in tutti gli spazi della scuola, gli ingressi sono scaglionati secondo turni differenti e bisogna mantenere il distanziamento di un metro.
  • Rosso: se la situazione epidemiologica peggiora, si ritorna alla chiusura delle scuole e di conseguenza alla didattica a distanza.

Il problema della mancanza di docenti

Per far fronte alle carenze di docenti titolari previste nel territorio (in autunno ne mancheranno 85mila) il ministero dell'Istruzione ha deciso di permettere agli studenti del quarto anno di Scienze della formazione primaria di insegnare nelle scuole materne ed elementari. Manca ancora l'ufficialità, ma la bozza di ordinanza sulle nuove graduatorie provinciali per le supplenze presentata la settimana scorsa ai sindacati prevede che ogni ordine di scuola (infanzia e primaria), sarà diviso in due fasce: la prima sarà riservata ai docenti con abilitazione all’insegnamento, cioè coloro che posseggono il diploma magistrale acquisito entro il 2001/2002 e i laureati alla facoltà di Scienze della formazione primaria, mentre nella seconda fascia entreranno gli studenti universitari al quarto e quinto anno di Scienze della formazione primaria, a patto che abbiano acquisito rispettivamente, almeno 150 (quelli frequentanti il terzo anno), 200 (quelli frequentanti il quarto anno) e 250 (quelli frequentanti il quinto anno) crediti formativi entro il termine di presentazione della domanda.

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