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Il peso delle tasse è aumentato in Italia, valgono il 42,9% del Pil: il confronto con altri Paesi Ue

Le tasse e i tributi valgono il 42,9% del Pil italiano. È il sesto dato più alto nell’Unione europea, per Eurostat. I numeri sono relativi al 2022, quando c’è stato un leggero aumento rispetto al 2021. L’Italia è anche sopra la media Ue per quanto riguarda le tasse sui redditi delle famiglie.
A cura di Luca Pons
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In Italia, le tasse valgono il 42,9% del Pil nazionale. A rivelarlo è l'Eurostat, con un rapporto pubblicato pochi giorni fa. Il dato riguarda il 2022, l'ultimo anno per cui sono già disponibili tutti i dati fiscali. Nel complesso, dunque, gli italiani l'anno scorso hanno versato tasse e tributi per una quantità di denaro che è uguale al 42,9% del Pil, cioè tutta la ricchezza prodotta in un anno dall'Italia.

Rispetto al 2021, il peso delle tasse rispetto al Pil è leggermente aumentato: era al 42,8%, lo 0,1% in meno. Così, l'Italia ha scalato una posizione in classifica. Nel 2021 infatti era settima, mentre nel 2022 è stato il sesto Paese con il rapporto più alto tra tasse e Pil. Al primo posto c'era la Francia con il 48%, seguita dal Belgio (45,6%) e dall'Austria (43,6%).

L'Italia, come detto, era sesta con il 42,9%. La media dell'Unione europea era al 41,2%, quella dell'area euro al 41,9%. Gli Stati con il dato più basso erano Irlanda (21,7%), Romania (27,5%) e Malta (29,6%).

In generale, in diversi Paesi europei (15 su 27) tra il 2022 e il 2021 la quantità di tasse in relazione al Pil è scesa. Il motivo, come spiegato dall'Eurostat, è che nel 2021  l'Europa si stava ancora riprendendo dal Covid-19. Così, in molti casi il Pil è cresciuto meno che altrove perché l'economia non era ripartita del tutto, e le tasse hanno avuto un peso più alto del solito nel complesso. Infatti "nel 2021 il rapporto tasse/Pil era al livello più alto da 1997", e anche nel 2022 è rimasto "sopra la media degli anni pre-pandemia".

Tra un anno e l'altro, l'aumento più forte è stato a Cipro: +1,8% (rispetto allo 0,1% dell'Italia). Impennata anche per l'Ungheria, con un rialzo dell'1,2%. Al contrario, in altri Paesi c'è stato un calo netto: la Danimarca è scesa di quasi 6 punti in un solo anno, la Polonia ha registrato un -2,3%.  Come detto, nella maggior parte dei Paesi la tendenza è stata al calo, infatti la media europea è scesa. L'Italia, in questo senso, è andata in controtendenza. Nella classifica degli Stati Ue, Svezia e Danimarca che erano davanti all'Italia hanno ridotto il peso delle tasse rispetto al Pil, mentre la Grecia l'ha aumentato, superando Roma.

C'è poi un ulteriore dato segnalato dall'Istat: come sono divise le tasse in ciascun Paese. Ovvero, quanti soldi vengono da imposte come l'Iva, e quanti ad esempio dalle tasse sullo stipendio. Rispetto alla media europea, l'Italia ha un livello più alto di entrate dalle tasse sul reddito delle famiglie e dei lavoratori: queste valgono il 27,1% degli introiti totali da tassazione, mentre in Europa il dato è del 23,1%. Al contrario, lo Stato italiano ha meno entrate dalle imposte sui redditi delle grandi aziende: valgono il 6,3% del totale, contro il 7,8% europeo.

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