Il peso della burocrazia in Italia: se il segretario guadagna tre volte più di Napolitano
Il peso della "casta burocratica" italiana e le sue infauste ricadute sull'immagine internazionale del nostro paese. Per l'ennesima volta Gian Antonio Stella sul Corriere affronta un tema sempre scottante in Italia. Titolo e incipit: "Politici mediocri, burocrati arroganti". "Non c'è Paese al mondo dove un segretario generale del Senato in pensione guadagni con l'aggiunta della prebenda di consigliere di Stato quasi il triplo del capo dello Stato Solo in Italia succede. È l'effetto del patto sventurato che lega da decenni una classe politica per sua stessa ammissione sempre più mediocre e una struttura burocratica resa arrogante proprio dalla inferiorità del ceto dirigente". Il punto sollevato da Stella non è certo nuovo: si parla di stipendi dei dirigenti pubblici i quali, oltre che "abnormi", spesso sono incassati per funzioni non esercitate, o esercitate male.
"Politici mediocri, burocrati arroganti" – Senza troppo indugiare sulla questione, si potrebbe tranquillamente arrivare alle conclusioni dello stesso giornalista del Corsera: colpa di una classe politica "mediocre" che ha fatto crescere una casta burocratica "resa arrogante proprio dalla inferiorità del ceto dirigente". Il tutto a discapito dello Stato. Già lo diceva, a suo tempo, Max Weber: "Ogni burocrazia si adopera per rafforzare la superiorità della sua posizione mantenendo segrete le sue informazioni e le sue intenzioni". E in tal senso il sistema Italia ne è l'esempio pratico. Il concetto è stato ribadito dai consiglieri economici sentiti recentemente dal Governo Monti, Alberto Alesina e Francesco Giavazzi: la prima cosa da fare, prima ancora di costruire linea ferroviarie ad alta velocità e ponti chilometrici che uniscono due regioni, è cambiare la burocrazia perché quale "beneficio arreca a un'impresa risparmiare mezz'ora fra Civitavecchia e Grosseto se poi deve attendere dieci anni per la risoluzione di una causa civile" o almeno "un anno per essere pagata da un'amministrazione pubblica". Per la cronaca lo stipendio del Presidente della Repubblica dovrebbe essere di circa 235 mila euro lordi l'anno.