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Il ministro Guerini dice che dalle coste africane possono arrivare minacce alla nostra sicurezza

Il ministro della Difesa Guerini, che ha partecipato al vertice Nato di Madrid, la guerra in Ucraina non deve far perdere di vista le minacce che possono giungere anche dall’Africa: “Ciò che l’Italia ha chiesto e ottenuto è che la Nato non perda di vista le minacce che possono giungere anche da altre direzioni, tra cui il Sud”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini sostiene che la guerra in Ucraina rischia di far perdere di vista le minacce che possono giungere anche da altre direzioni, tra cui il Fronte Sud.

"Il Mediterraneo ha sempre rappresentato uno snodo nevralgico di flussi economici, commerciali e sociali. E questo lo rende, inevitabilmente, un'area complessa, meta di pulsioni geopolitiche e di mire egemoniche di alcuni attori internazionali e, nello stesso tempo, crocevia di instabilità. Oggi nel Mediterraneo si riverberano gli echi dell'aggressione russa all'Ucraina, ma anche la fragilità dell'area medio-orientale, le difficoltà di alcune regioni del Nord Africa e, soprattutto, del Sahel. Da tutte queste situazioni si possono originare minacce dirette alla nostra sicurezza. Lo vediamo con quello che sta accadendo in queste ore in Libia", ha detto in un'intervista a ‘La Repubblica' il ministro, appena rientrato dal vertice Nato di Madrid, che ha incluso l'attenzione al "Fronte Sud" nella nuova visione strategica.

"Il giusto potenziamento del dispositivo di deterrenza e difesa sul fianco Est – ha detto – è strettamente connesso alla situazione attuale. Ciò che l'Italia ha chiesto e ottenuto, grazie anche al supporto di altri alleati – Spagna, Francia e Grecia, in primis – è che la Nato non perda di vista le minacce che possono giungere anche da altre direzioni, tra cui il Sud, e mantenga quindi piena flessibilità di monitoraggio e intervento a 360 gradi. Come ho detto a Madrid, non è questione di scegliere tra Est e Sud, perché la sicurezza euro-atlantica è indivisibile".

L'Africa, secondo Guerini, "è la direzione a cui guardiamo da tempo con maggiore attenzione. L'intricata e persistente condizione della Libia; la fragilità di alcuni Stati dell'area sub-sahariana; la presenza di gruppi terroristici; la postura aggressiva, anche militare, di alcuni attori internazionali; i venti di guerra nel Corno d'Africa; il mai sopito problema della pirateria. Senza dimenticare anche i rischi originati dalla presenza di grandi organizzazioni criminali e dalle emergenze alimentari come quella derivante dalla guerra, che possono generare fenomeni migratori ben più consistenti di come li abbiamo fino ad ora conosciuti. Tutto ciò ci obbliga ad agire, innanzitutto come Europa, non solo attraverso interventi di natura militare ma anche con gli strumenti della diplomazia e, soprattutto, del sostegno allo sviluppo. Perché senza sviluppo non potrà mai esserci vera sicurezza". 

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