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Dl Sicurezza, il governo Meloni apre alla castrazione chimica, approvato l’ordine del giorno della Lega

La Lega chiede di aprire una commissione o un tavolo tecnico che discuta come introdurre la castrazione chimica in Italia, e il governo Meloni è d’accordo. La Camera ha approvato l’ordine del giorno leghista, con il parere favorevole dell’esecutivo. Protestano le opposizioni, Pd: “È medievale”.
A cura di Luca Pons
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La Camera ha approvato la fiducia al decreto sicurezza con 210 voti a favore, 117 contrari e 5 astenuti. Ed è arrivato anche il parere favorevole del governo all'odg della Lega al decreto, a firma di Igor Iezzi, che chiede un tavolo tecnico sulla castrazione chimica volontaria.

Non si tratta di una decisione vincolante, ma di una presa di posizione della maggioranza di centrodestra, che ha dunque "impegnato" il governo Meloni a "istituire quanto prima una commissione o un tavolo tecnico" per capire come introdurre la castrazione in Italia. L'ordine del giorno era stato inserito tra quelli collegati al decreto Sicurezza, che va verso l'approvazione a Montecitorio, per poi passare al Senato.

In particolare, il testo dell'odg firmato da Igor Iezzi (capogruppo della Lega in commissione Affari costituzionali) impegna l'esecutivo a creare una commissione che valuti, "nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionali", la possibilità di introdurre la castrazione chimica volontaria chi viene condannato per "reati di violenza sessuale" o "altri grave reati determinati da motivazioni sessuali". La persona potrebbe ad "aderire, con il suo consenso, a percorsi di assistenza sanitaria, di natura sia psichiatrica sia farmacologica, anche con eventuale trattamento di blocco androgenico". Ovvero, appunto, quella che viene detta castrazione chimica, che "diventa efficace "dopo sei mesi dal suo inizio e cessa i suoi effetti sei mesi dopo la sua sospensione".

Le terapie dovrebbero avere "effetto temporaneo e reversibile", e avrebbero lo scopo di "escludere il rischio di recidiva". La premessa dell'ordine del giorno è che ci sia la necessità "oltre che di assicurare un'adeguata pena per chi commette tali efferati delitti, anche di contribuire a prevenire il rischio di recidiva". Secondo i leghisti, le "sempre più frequenti notizie di cronaca relative ad aggressioni e violenze a sfondo sessuale" sono il segnale della "mancanza di adeguate misure di prevenzione nell'ambito della disciplina penale".

Il tema è un cavallo di battaglia storico della Lega, e non è da escludere che l'approvazione dell'ordine del giorno sia una sorta di ‘contentino' nei confronti del Carroccio da parte della maggioranza. Il testo è in linea con quello dell'ordine del giorno che era già stato approvato a settembre dello scorso anno, sempre a firma Iezzi, e infatti il governo quando ha dato parere favorevole ha chiesto di aggiungere la frase "conformemente agli impegni già assunti".

A settembre Matteo Salvini aveva rivendicato il voto come una "vittoria della Lega". Ma da allora sono passati oltre otto mesi, e non risulta che ci siano stati passi concreti in avanti verso l'introduzione della castrazione chimica. Resta comunque il fatto che sulla proposta la maggioranza sembra disposta ad assecondare il Carroccio. In questi giorni, peraltro, il Regno Unito ha annunciato un programma di sperimentazione della castrazione chimica in venti carceri.

Il Partito democratico ha attaccato specialmente Forza Italia, "che ormai sembra piegata alle posizioni estreme della Lega" e ha sottolineato che la castrazione chimica "mina le basi del nostro ordinamento giuridico". Già dopo il parere favorevole del governo, i dem avevano dichiarato: "Il nostro ordinamento non può cedere a scorciatoie punitive di stampo medievale". Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, aveva aggiunto: "Per la Lega è un mantra da anni, ma non si sono mai impegnati con altrettanta convinzione a contrastare a monte le cause della violenza dei maschi".

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