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Concessioni balneari, le ultime notizie

Il governo ha prorogato di un anno la scadenza delle concessioni balneari

È arrivato l’ok in commissione al Senato sul rinvio della scadenza delle concessioni balneari: saranno rimesse a gara il primo gennaio 2025 per decisione del governo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Tutto rinviato sulle concessioni balneari. Il 2023 non sarà l'ultimo anno prima della rimessa a bando ma, come anticipato nei giorni scorsi, il governo ha deciso di posticipare ancora la data che dall'Ue aspettano da tempo. La svolta era nell'aria da tempo, dopo che il governo Draghi – nell'ambito del decreto sulla concorrenza – aveva fissato al primo gennaio 2024 la scadenza delle concessioni, con la successiva rimessa a bando. Una notizia maldigerita sia dal centrodestra che – ovviamente – dalle associazioni di categoria. Fratelli d'Italia fece dura opposizione alla norma, con Lega e Forza Italia a contrastare il provvedimento dall'interno. Ora, con il centrodestra al governo, un nuovo rinvio era abbastanza scontato.

La formula, alla fine, è quella dell'emendamento a firma dei relatori al decreto Milleproroghe, che ha ricevuto il via libera delle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato: ok dunque della proroga di cinque mesi dei termini della mappatura, di quella di un anno della messa a gara e del tavolo in materia a Palazzo Chigi. Perciò ci sarà tempo fino a luglio di quest'anno per completare la mappatura delle concessioni, mentre il nuovo termine di scadenza prima della rimessa a bando diventa il primo gennaio 2025. E chissà che non si proceda ancora a un nuovo rinvio, come accade ormai da moltissimi anni.

A chiedere conto della misura, però, potrebbe essere l'Unione europea, che aspetta da tempo una politica differente dell'Italia rispetto alle concessioni. La legge sulla concorrenza approvata dal governo Draghi – e in parte già modificata con questi emendamenti – rientrava nell'ambito delle riforme necessarie per ottenere i soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Anche se non si dovrebbe trattare di provvedimenti obbligatori. Si attende in ogni caso una replica a stretto giro dell'Ue, come accaduto in passato rispetto alla questione del Pos, su cui il governo è stato costretto a fare marcia indietro. Per ora, però, le concessioni balneari resistono. Un altro anno ancora, poi chissà.

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