Il governo ascolta il Partito Democratico: finanziamenti ai sexy shop nel dl crescita

Il decreto crescita approderà lunedì alla Camera dei deputati per essere votato, ma avrà una novità dell'ultimo minuto decisa in commissione Finanze. Il comma 3 dell'articolo 30bis è stato riformulato e ora il testo prevede incentivi economici ai sexy shop. Nel dl crescita sono contenute agevolazioni per i comuni con meno di 20mila abitanti, si tratta di finanziamenti sostanziosi, per quattro anni, a chi decide di ampliare il proprio esercizio commerciale o di riaprirne uno che ha chiuso da almeno sei mesi. Dalla misura erano stati esclusi a priori tre categorie di negozi: sexy shop, compro-oro e sale scommesse. La riformulazione del testo è stata chiesta dal Partito Democratico ed è stata accettata senza particolari resistenze dalla maggioranza. Il deputato del Pd Roberto Giachetti, in commissione, ha spiegato come la battaglia del suo partito non fosse "per i sexy shop", ma per uno "Stato laico e non etico". Mentre il suo collega dem, Massimo Ungaro, ha sottolineato su Facebook il suo no allo Stato "padrone, bacchettone e paternalista", spiegando che "lo Stato non deve decidere sui costumi sessuali degli italiani".
La maggioranza non ha avuto quasi nulla da replicare, infatti, dopo una breve riflessione su un tema definito "divisivo" dal vicepresidente della commissione Finanze, Alberto Gusmeroli della Lega, è stato deciso di cambiare il testo. Non è stata inserita invece nel dl crescita nessuna misura di finanziamento ad attività di compro-oro né a sale scommesse. Non c'era nessuna intenzione di inserirle, secondo Ungaro, che ha sottolineato come sul tema ci fosse totale accordo: "La ludopatia in Italia è già un problema cronico e dietro ai compro-oro si può nascondere l’insidia dell’usura". Ha esultato su Facebook anche Gusmeroli, pubblicando una foto del testo stampato, promettendo un'approvazione del decreto entro fine mese.