Il generale Almasri è stato arrestato a Tripoli: è accusato di torture e omicidi

La procura di Tripoli ha ordinato l'arresto di Osama Njeem Almasri, generale e capo della polizia penitenziaria libica, accusato di torture e violenze nei confronti di detenuti nel carcere di Mitiga, situato nei pressi dell'aeroporto della capitale. Secondo fonti locali, tra cui Libya24, le autorità giudiziarie ritengono di avere prove che dimostrerebbero come Almasri abbia sottoposto almeno cinque prigionieri a trattamenti crudeli, causando la morte di almeno uno di essi. Testimoni presenti al momento dell'arresto hanno riferito che il generale appariva sorridente mentre veniva condotto in custodia.
Almasri è ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l'umanità. Per questo era stato arrestato dalle autorità italiane a Torino il 19 gennaio scorso. Inizialmente tutto sembrava procedere secondo i protocolli internazionali, ma appena due giorni dopo, senza attendere il parere del Guardasigilli italiano, è stato rimpatriato a Tripoli con un volo di Stato, e poi liberato. Un episodio che ha suscitato forti polemiche e che ha portato a un'indagine del Tribunale dei ministri, poi rigettata dal Parlamento.
Nel libro nero dell'ONU
L'attenzione internazionale su Almasri non è nuova: da anni la Corte penale internazionale e gli ispettori delle Nazioni Unite monitorano le sue attività, raccogliendo testimonianze di centinaia di vittime. Le indagini hanno ricostruito come lui e i suoi collaboratori gestissero prigioni, tra cui Mitiga, e campi di detenzione, documentando abusi, torture e violenze sistematiche.
Il rimpatrio di Almasri a Tripoli su un volo di Stato, appena due giorni dopo l'arresto in Italia, ha riportato queste inchieste al centro dell'attenzione internazionale, suscitando, appunto, nuove polemiche. Un precedente come quello del comandante Bija, ucciso nel 2024 e colpito dalle sanzioni ONU con congelamento dei beni, divieto di viaggi e blocco dello stipendio, mostrava chiaramente i rischi di finire nel "libro nero" dell'Onu.
Così, Almasri aveva scelto un'altra strategia: nel 2022 aveva ottenuto la cittadinanza della Repubblica di Dominica, piccolo Stato del Commonwealth che offre libertà di movimento, vantaggi fiscali e una protezione quasi totale dai mandati di cattura stranieri; con il passaporto dominicense si può infatti viaggiare senza visto in più di 40 Paesi, a patto di versare 100mila dollari e mantenere un conto bancario attivo. In questo modo, Almasri si era costruito un vero "paracadute" internazionale, proteggendo la propria libertà di movimento e le reti di potere in Libia.
Fratoianni (Avs): "Niente vergogna da Palazzo Chigi?"
"Per torture ed abusi ordinato l'arresto di Almasri a Tripoli. Evidentemente sarà consegnato alla Corte Penale Internazionale. Insomma quello che Nordio, Piantedosi e Mantovano hanno impedito a gennaio, violando la legge , ora accade in Libia. Un po' di vergogna dalle parti di Palazzo Chigi, no eh?", a dirlo Nicola Fratoianni di Avs, sul suo profilo X (ex twitter).