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Il fantoccio di Giorgia Meloni appeso a testa in giù, cosa è successo ieri a Bologna

A Bologna, durante una manifestazione, è stato appeso un fantoccio con le sembianze di Giorgia Meloni a testa in giù: “Qui non è benvenuta”, dicono i collettivi antagonisti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Un manichino con le sembianze di Giorgia Meloni, vestito da militare, è stato appeso a testa in giù ieri a Bologna durante una manifestazione. Il fantoccio è stato calato sotto le Due torri nel capoluogo emiliano, suscitando lo sdegno bipartisan della politica che oggi ha condannato all'unanimità il gesto. Dietro la protesta ci sono gli attivisti del Cua, Collettivo universitario autonomo, e il Laboratorio Cybilla: "Abbiamo appeso un manichino di Giorgia Meloni, vestita da militare, a testa in giù – hanno confermato e spiegato i manifestanti – Tra poche settimane arriverà in città. Non sarà mai la benvenuta a Bologna". La protesta arriva a pochi giorni dal decreto anti-rave.

Il punto centrale è proprio questo, come spiegano i collettivi: "È facile attaccare mediaticamente la movida e la socialità per privarci della nostra libertà di creare antagonismo – hanno spiegato – questo abuso nei confronti della dissidenza travestito da decreto è in realtà l’ennesima norma securitaria agita da un governo che ci vuole obbedienti, silenziose e, di fatto, oppresse. Questa norma ci dice che in più di cinquanta persone creiamo un pericolo per l’ordine, l’incolumità e la salute pubblica e noi oggi siamo qui, siamo tantissime ad urlare che nessun provvedimento ci fermerà e che siamo contente di farvi paura". Si parla anche di diritto all'aborto, dei diritti civili e del reddito di cittadinanza. Insomma, è un attacco politico al nuovo governo.

Il gesto non è ovviamente passato inosservato. Anzi. Dal centrodestra si è levata la voce comune di indignazione e richiesta di prendere le distanze a tutte le forze politiche. "A Bologna, due ‘collettivi' hanno organizzato una manifestazione ed hanno pensato di appendere a testa in giù un manichino che rappresentava il Presidente del Consiglio. Il gesto è gravissimo. Il silenzio di alcuni esponenti politici lo è ancor di più", ha commentato il ministro della Difesa Guido Crosetto. "La nostra città ieri sera è stata vittima di un gesto di violenza inaccettabile. Come sindaco e cittadino di Bologna, non solo condanno con fermezza, ma chiedo che i responsabili vengano identificati e che provvedimenti seri siano assunti dalle autorità competenti. Non ci può essere tolleranza, né comprensione", ha detto immediatamente il sindaco dem di Bologna, Matteo Lepore.

"La protesta a Bologna contro il governo e la presidente Meloni è pienamente legittima. Manifestare, fischiare, dissentire rientra nel quadro di una lotta politica – ha commentato il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte – Farlo appendendo un manichino con il Premier a testa in giù è una forma di protesta dal sapore fortemente violento. Le politiche inadeguate della destra non si combattono con gesti inqualificabili come questo. Si combattono democraticamente nelle istituzioni e nelle piazze, senza mollare un centimetro".

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