I rifugiati non hanno pari accesso all’istruzione: solo il 34% iscritto a scuole secondarie
I bambini e i giovani rifugiati devono avere la possibilità di frequentare la scuola secondaria. È l'appello lanciato dall'Unhcr, l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati, che registra tassi di iscrizione scolastica e universitaria preoccupanti nel suo report del 2021 dal titolo "Staying the course: the challenges facing refugee education". Secondo i dati raccolti tra il 2019 e il 2020 in 40 Paesi la percentuale di rifugiati iscritti alle scuole secondarie arriva appena al 34%, un numero inferiore a quello registrato tra i giovani della comunità ospitante.
L'Unhcr afferma che gli anni della scuola secondaria dovrebbero invece essere un periodo di crescita e opportunità, sottolineando come un diploma migliori le prospettive di lavoro e indipendenza di giovani vulnerabili, riducendo il rischio di caduta nel lavoro minorile.
"I recenti progressi ottenuti nell’iscrizione scolastica dei bambini e dei giovani rifugiati sono ora a rischio", afferma Filippo Grandi, Alto Commissario dell'Onu per i rifugiati, evidenziando come sebbene la pandemia abbia avuto un impatto destabilizzante su tutti i giovani, nel caso dei rifugiati ha limitato ulteriormente la possibilità di studiare. "Per affrontare questa sfida occorre uno sforzo massiccio e coordinato ed è un impegno che non possiamo permetterci di ignorare", ha aggiunto Grandi.
Bisogna considerare che se la chiusura delle scuole ha pesato gravemente su tutti i bambini e ragazzi, per i rifugiati ha in alcuni casi spazzato via tutte le speranze di ricevere l'istruzione sperata. Le Nazioni Unite hanno quindi lanciato un appello affinché tutti gli Stati garantiscano il diritto all'istruzione per tutti i bambini e giovani, compresi i rifugiati che vanno inclusi nei sistemi educativi nazionali e nei piano di offerta formativa.
Proprio la pandemia, si legge ancora nel report, ha mostrato a tutti noi come sia la realtà quotidiana per i rifugiati: isolamento, restrizioni di movimento, incertezza economica, la negazione dei servizi più basici. Ma proprio l'istruzione può rappresentare un canale verso un futuro migliore per moltissime persone.