I parlamentari Ue sul caso Paragon: “È uno scandalo europeo, ci sono molti altri giornalisti spiati”

Una giornata di audizioni e incontri per capire di più sul caso Paragon, che ha attirato l'attenzione anche dell'Unione europea. Oggi gli europarlamentari del gruppo Socialisti e democratici che lavorano nella commissione sulle Libertà civili, la Giustizia e gli Affari interni sono venuti in Italia e hanno incontrato le persone coinvolte nella vicenda dello spyware usato per spiare esponenti di Ong e giornalisti di Fanpage. "È uno scandalo europeo, non italiano. Finora ci siamo concentrati sull'Italia perché solo qui le vittime hanno parlato", ha detto a Fanpage.it l'eurodeputato del Pd Sandro Ruotolo, che era parte della commissione.
Nel gruppo dei parlamentari c'era l'italiano Leoluca Orlando (Avs), ma anche la vicepresidente portoghese del gruppo Ana Catarina Mendes e la coordinatrice dei socialisti in commissione Birgit Sippel, tedesca, oltre all'eurodeputata belga dei Verdi Saskia Bricmont. I cinque hanno ascoltato inizialmente Ciro Pellegrino e Francesco Cancellato, rispettivamente caporedattore e direttore di Fanpage, entrambi vittima dello spyware prodotto da Paragon.
Sessantuno persone colpite in Europa, molte altre nel mondo
C'è stato un incontro anche con il prefetto Vittorio Rizzi, ovvero il direttore del Dis. Il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza è quello che si occupa di coordinare i servizi segreti rivolti all'estero (l'Aise) e quelli che operano in Italia (l'Aisi). Rizzi ha confermato che ci sono "61 utenze in Europa colpite con Graphite, in 17 Paesi. Di queste, sette sono in Italia", ha affermato Ruotolo. E questi sono solo gli account emersi dalle segnalazioni di Meta, la multinazionale che gestisce Whatsapp, Instagram e Facebook. Molte altre sarebbero state segnalate da Apple: si parla di 150 Paesi, ma non ci sono ancora numeri ufficiali e definitivi.
Sono intervenuti alcuni deputati di Pd e Avs. Avrebbe dovuto esserci anche il presidente del Copasir (la commissione che cura i rapporti con i servizi segreti) Lorenzo Guerini, ma la relazione che la commissione sta stilando sul caso Paragon non è ancora stata pubblicata, quindi l'incontro è saltato.
I servizi negano ancora di aver spiato i giornalisti Fanpage
Rizzi ha spiegato ai parlamentari che le intercettazioni effettuate con Graphite, il software di Paragon, possono durare per un mese e poi essere prorogate di venti giorni in venti giorni. Dopodiché, le carte dovrebbero essere distrutte e non conservate. Il capo del Dis ha anche negato ancora una volta che Pellegrino e Cancellato siano stati spiati con questo strumento da parte dei servizi. Di fronte alla domanda se l'azienda Paragon possa custodire i dati delle persone spiate, Rizzi ha rimandato alla relazione del Copasir da cui si attendono nuove risposte.
Nel corso della giornata, gli eurodeputati hanno incontrato anche i rappresentanti di Fnsi, del sindacato Rai Usigrai e dell'Ordine dei giornalisti. L'intervento "più urgente è arrivato dalla segretaria della Federazione, Alessandra Costante, che ci ha detto che secondo loro i giornalisti spiati sono molti di più. Parole preoccupanti, che hanno colpito molto me e i colleghi europei".
Il problema, ha ribadito Ruotolo, è europeo: "Dalla commissione sull'uso di Pegasus", un altro spyware, "che ha concluso i suoi lavori due anni fa erano arrivate numerose raccomandazioni sulla trasparenza. Ma non è stato fatto nulla. Ora il nostro appello è alle istituzioni europee, non solo a quelle italiane. Il tema va affrontato", ha concluso Ruotolo.
Nel gruppo di eurodeputati, come detto, c'era anche Leoluca Orlando, che ha riscontrato un "quadro di pesante mancanza di trasparenza, tratteggiata anche dalle dichiarazioni contraddittorie di diversi esponenti di governo, che lascia immaginare che non vi sia stato un uso corretto del ricorso ad agenzie di controllo e intercettazione". Non resta, ha detto, "che attendere finalmente la posizione del Copasir che ci auguriamo consenta di fare chiarezza su questo momento oscuro della vita democratica del nostro Paese".
L'ultimo appuntamento della giornata è stato con altre persone colpite dallo spyware di Paragon, tutti legati al mondo dei soccorsi in mare e in particolare all'Ong Mediterranea Saving Humans: il capomissione Benne Caccia, il prete Mattia Ferrari, l'attivista David Yambio e Luca Casarini.