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Guerra in Ucraina

I leader Ue chiamano Trump, questa volta c’è anche Meloni: cosa si sono detti sull’Ucraina

Nella tarda serata di domenica c’è stata una chiamata tra Donald Trump, il premier britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e Giorgia Meloni. A differenza di quanto successo nei giorni precedenti in Albania, l’Italia ha partecipato al vertice, che ha discusso la situazione in Ucraina e la chiamata Putin-Trump prevista oggi.
A cura di Luca Pons
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Un'altra chiamata di alto livello tra i leader dei più grandi Paesi europei e il presidente degli Stati Uniti. Stavolta, a differenza di quanto successo in Albania, nella conversazione c'era anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dopo l'incontro di ieri tra il vicepresidente Usa JD Vance e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Roma – faccia a faccia spinto proprio da Meloni, che vuole presentarsi come ‘mediatrice' tra le parti – c'è stato quindi un altro contatto diplomatico. Se Vance e von der Leyen si erano occupati soprattutto di dazi, la telefonata di ieri ha riguardato l'Ucraina.

A confermarlo è stato Palazzo Chigi, che ha diffuso una nota, poco dopo rilanciata anche da Meloni stessa sui social: "Nella tarda serata di ieri ho avuto una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti d'America, Donald J. Trump, insieme ai leader di Regno Unito, Keir Starmer, Francia, Emmanuel Macron, e Germania, Friedrich Merz". Questa volta non c'era il premier polacco Donald Tusk, attivo nelle ultime spedizioni in Ucraina e anche in Albania: il motivo probabilmente è che ieri si sono tenute le elezioni presidenziali in Polonia.

Al centro della chiamata la "consultazioni prima dell’annunciata telefonata che il presidente Trump avrà oggi con il presidente Putin", ha confermato Meloni. Il confronto Usa-Russia è atteso, e potrebbe portare sviluppi significativi per la guerra in Ucraina.

La presidente del Consiglio italiana ha detto: "Ho voluto innanzitutto ribadire il sostegno dell’Italia, insieme ai partner europei e occidentali, agli sforzi del presidente Trump per una pace giusta e duratura in Ucraina, sottolineando l’importanza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato". E ha elogiato "la disponibilità dimostrata ancora una volta da parte ucraina a favore del dialogo", oltre ad augurarsi che "Mosca si impegni seriamente attraverso contatti diretti tra leader in un negoziato che conduca alla pace".

Anche il premier britannico Keir Starmer – che, secondo alcuni retroscena, avrebbe spinto per includere anche Meloni nella telefonata di ieri – ha parlato della conversazione, dicendo che i leader hanno "discusso della situazione in Ucraina e del costo catastrofico della guerra per entrambe le parti". La necessità, ha insistito Starmer, è "un cessate il fuoco incondizionato" e che "il presidente Putin prenda sul serio i colloqui di pace". Sul tavolo anche "sanzioni se la Russia non si impegna seriamente in un cessate il fuoco e in colloqui di pace", che Meloni invece non ha citato.

Il confronto di ieri è arrivato al termine di un fine settimana in cui c'è stata poca chiarezza sulle comunicazioni tra Italia e Usa. L'agenzia Adnkronos ha riportato che già sabato ci sarebbe stata una chiamata tra Meloni e Trump, di cui però Palazzo Chigi non aveva dato notizia. Il giorno prima, venerdì, la premier italiana era stata esclusa dalla chiamata al presidente americano da parte di Macron, Merz, Starmer e Tusk. Meloni si era giustificata dicendo che aveva scelto di non partecipare perché in quella chiamata si parlava di inviare soldati in Ucraina, cosa che poi lo stesso Macron aveva smentito. Evidentemente anche Meloni non era così contenta dell'esclusione ‘volontaria', dato che ha partecipato alla chiamata di ieri con gli stessi leader e sullo stesso argomento, cioè l'Ucraina.

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