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Famiglia che vive nel bosco

I bimbi della famiglia nel bosco restano in comunità, Salvini ai giudici: “Vergogna, non appartengono allo Stato”

La Corte d’appello ha rigettato il ricorso della famiglia nel bosco in provincia di Chieti: i tre bambini restano dunque nella casa protetta alla quale sono stati affidati. Salvini attacca i giudici: “Vergogna. I bambini non sono proprietà dello Stato, i bambini devono poter vivere e crescere con l’amore di mamma e papà”.
A cura di Annalisa Cangemi
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È arrivata la decisione della Corte d'Appello dell'Aquila, che ha rigettato il ricorso presentato dagli avvocati della famiglia che viveva nel bosco di Palmoli, che chiedeva di ribaltare la sospensione, stabilita dal Tribunale per i Minorenni, della potestà genitoriale di Nathan e Catherine, con il conseguente trasferimento dei tre figli minori in un centro protetto alla presenza della madre. La decisione dei giudici è stata presa a seguito dell'udienza documentale, svolta da remoto tre giorni fa.

Da quanto si apprende, ieri pomeriggio, il padre ha trascorso oltre un'ora e mezza nello studio dei due legali a Chieti, per rifare il punto in attesa della decisione dei giudici d'Appello. I bambini dunque, con ogni probabilità, resteranno a Natale nella struttura. Mentre al padre, che fa la spola tra la casa nel bosco in attesa di ristrutturazione e il b&b nella zona di Palmoli, concesso gratuitamente per tre mesi in affitto dall'imprenditore Carusi, è stato permesso di fare visita ai figli tre giorni a settimana.

In più di un'occasione il governo si era scagliato contro le valutazioni del Tribunale per i minorenni, con l'intento anche di sfruttare il caso a sostegno della campagna per il Sì al referendum sulla separazione delle carriere tra pm e giudici. Il ministro Nordio ha anche annunciato verifiche sul lavoro dei giudici. E davanti a questo nuovo capitolo della vicenda non poteva essere da meno. Il primo a intervenire, cavalcando la notizia, è il vicepremier della Lega Matteo Salvini, che con in un post su X scrive: "Per questi giudici una sola parola: vergogna. I bambini non sono proprietà dello Stato, i bambini devono poter vivere e crescere con l'amore di mamma e papa'", ha scritto il leader della Lega, Matteo Salvini.

Dal palco di Atreju, non più tardi di domenica scorsa, Meloni aveva preso ancora una volta posizione nella vicenda, attaccando l'ordinanza del tribunale particolarmente critico sulle condizioni dei tre minori. "Lo Stato che si vuole sostituire alle mamme e ai papà ha dimenticato i suoi limiti, come lo ha superato chi non si è fatto remore a difendere la decisione di mettere in comunità dei bambini che vivono con i propri genitori nella natura e poi però rimane in silenzio davanti alla vergogna di bambini che vivono nelle baraccopoli nei campi Rom, che vengono mandati a fare accattonaggio o a rubare. Sono banali principi di buon senso", aveva scandito Meloni dal palco, mettendo in contrapposizione i minori dei campi Rom, di cui secondo le accuse del governo la giustizia non si occuperebbe, con le scelte di questi genitori, che dovrebbero essere liberi di crescere i propri figli come vogliono.

Lega: "Da magistratura due pesi e due misure"

"La decisione della Corte d’Appello dell’Aquila di rigettare il ricorso dei genitori della cosiddetta ‘Famiglia nel bosco’ di Palmoli, è per me francamente ingiusta – ha detto il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Scienza, Cultura e Istruzione – Confermare l’allontanamento dei tre bambini minori e la sospensione della responsabilità genitoriale, è per me un accanimento nei confronti di una coppia che ha dimostrato apertura e collaborazione. I genitori hanno, infatti, anche accettato l’istruzione domiciliare con un insegnante a casa. Eppure, questo non è bastato. I giudici hanno preferito continuare a separare questi bambini felici dai loro affetti più cari, infliggendo un trauma irreversibile. Chi restituirà la serenità a questa Famiglia? Chi restituirà la tranquillità perduta a quelle povere creature, strappate dal loro ambiente per essere collocate in una struttura, lontane dal papà e con la mamma presente solo in orari limitati? Ma possibile che non ci si renda conto del trauma inflitto a tre bambini? Provo dolore e pena per loro. Con la Famiglia nel bosco pugno duro, e con le famiglie dei campi nomadi? Due pesi e due misure. Perché non c’è lo stesso trattamento con i bambini nei campi rom che vivono in stato di degrado e spesso sono sfruttati per attività criminose o nel migliore dei casi, per fare l'elemosina agli angoli delle strade?".

Roccella: "Bimbi non posso tornare a casa neanche a Natale"

"E così, neanche per Natale i bambini della cosiddetta ‘Famiglia nel bosco' potranno tornare a casa con mamma e papà", ha commentato ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella in un post su Facebook.

"Di questa famiglia abbiamo letto tutto e di tutto, con un'intromissione di apparati dello Stato in scelte e stili di vita che – ha aggiunto – ciascuno è libero di non condividere ma che ancora non si capisce cosa abbiano a che fare con una decisione, quella di separare i figli dai genitori, che dovrebbe essere assunta solo in casi estremi e di fronte a pericoli vitali. Abbiamo letto sui giornali le valutazioni dei magistrati e dei servizi sociali sulle potenziali conseguenze di abitudini e scelte educative, ma assai meno sembra che ci si preoccupi delle conseguenze psicologiche che l'allontanamento dalla famiglia può produrre su bambini così piccoli, e che sono destinate a durare. Non si tratta di contrapporre l'Eden del bosco al Moloch statale, ma di ribadire un concetto che troppo spesso ormai sembra essere dimenticato: gli allontanamenti dei minori devono essere un'extrema ratio, dettata da rischi gravissimi e immediati, non decisioni che, con tutto il rispetto, legittimano il sospetto che ci si trovi al tempo stesso di fronte a una deriva ideologica e a un arroccamento corporativo. Quando ci sono di mezzo i bambini – ha sottolineato la ministra – non devono esistere né ideologie né corporazioni. Faremo tutto ciò che è possibile e che è necessario per cambiare questo sistema, nel supremo interesse dei minori".

Pro Vita: "È uno scandalo, Nordio acceleri verifiche"

"È uno scandalo trattenere i bambini della ‘Famiglia nel bosco' con i servizi sociali e negare loro di passare il Natale riuniti con i genitori. Questo strapotere dello Stato è una ferita intollerabile", si legge in una nota il portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, Jacopo Coghe. "Chiediamo al ministro Nordio, come chiedono oltre 50.000 cittadini firmatari della nostra petizione, di velocizzare immediatamente l'iter di verifica della procedura giudiziaria in corso, tutelare il primato educativo dei coniugi Trevallion e riunire una famiglia ingiustamente devastata".

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