
Esattamente dieci anni fa realizzati un video intervistando bambini e bambine figli di genitori formati da coppie dello stesso genere, mescolati poi insieme a figlie e figli di genitori formati da coppie di genere diverso.
Feci loro domande sull’amore e sull’amicizia, ma anche sul loro cibo preferito e su quale fosse la materia scolastica che li appassionava maggiormente. Risultato, ovvio: erano impossibile distinguere se fossero cresciuti con genitori gay o eterosessuali.
Oggi ho deciso di incontrare nuovamente tre di quei bambini, che nel frattempo sono diventati maggiorenni, e fare loro altre domande.
Cosa è cambiato da allora?
Alessandro
All’epoca io avevo soltanto un cognome, avevo solo una madre a livello legale.
Maya
Quando ero piccola io, ufficialmente per la legge, ero figlia soltanto della mia madre biologica.
Alessandro
Da quando ho dodici anni, quindi da circa sei anni, ho entrambi i genitori anche a livello legale.
Margherita
Le cose sono cambiate, io ero legalmente figlia di solo una delle mie mamme, adesso sono figlia di tutte e due, cioè lo ero anche prima ma ora è riconosciuto anche a livello legale.
Può capitare che un giudice non dia l’adozione?
Maya
Quando si fa la causa per avere anche il cognome del genitore non biologico, non è detto che poi si vinca questa causa contro lo Stato. Si può fare ma noi per esempio abbiamo fatto dieci anni di causa per i miei fratellini.
Alessandro
È stato un processo lungo, ho dovuto parlare anche con assistenti sociali per testimoniare che io vivessi con mia madre e che io fossi felice. Io ero felice, però nel caso non lo fossi stato, non doveva essere considerato il criterio per decidere se io avessi avuto due genitori o meno, perché io due genitori li avevo e li ho.
Oggi come stai?
Margherita
Dopo tante battaglie, pensavo di essere arrivata a un punto. E vedere che oggi si sta tornando indietro, è un po’ deludente. Però immagino che ogni rivoluzione sia fatta così.
Una cosa che non va?
Alessandro
Io quest’anno, avendo fatto 18 anni, ho dovuto rinnovare il documento di identità. Ma l’avessi rinnovato da minorenne, invece di “genitore o chi ne fa le veci”, ad esempio ci sarebbe stato scritto “madre” o “padre”, come è successo per mio fratello. Perché si è tornati a questa dicitura che però nel nostro caso non è veritiera. Quindi nei moduli “madre” o “padre” dovevo mettere “madre” nel campo “padre”.
Margherita
Quando abbiamo fatto la scorsa intervista io mi sentivo più accettata dalla società, diciamo mi sentivo anche più tranquilla. Adesso mi sento un po’ meno tranquilla, non sento che siamo protetti.
Cosa manca ancora a livello di diritti?
Maya
Per le coppie omogenitoriali, in Italia, c’è ancora tanto da fare. Ad esempio non si può adottare. Oppure se si fa all’estero, una volta tornati, non vengono riconosciuti entrambi i genitori. E non c’è il matrimonio egualitario per le coppie omogenitoriali, ma soltanto l’unione civile.
Margherita
La mia famiglia, e le famiglie come la nostra, sono composte da cittadini come gli altri e dunque dovremmo essere trattati completamente come gli altri. È questo trattamento che manca.
Facciamo un passo indietro. Nella vita quotidiana, c’è qualcosa che ti dà particolarmente fastidio?
Alessandro
Agli appelli ad esempio viene chiamato spesso solo il mio primo cognome, che magari per una persona che ha un cognome composto da due parole ma senza una particolare storia dietro, non conta niente. Per me è stato sempre molto importante essere chiamato con entrambi i cognomi, ho sempre corretto i professori che pronunciavano solo il primo. E alcuni magari chiedevano perché, e alla risposta “perché ho due madri e quelli sono il cognome di mia madre e di mia madre”, storcevano il naso.
Margherita
Ho provato fastidio, paura, quando una volta quando mi hanno scritto “dovete tornare nei campi di concentramento”.
Alessandro
Ricordo bambini che mentre facevo sport mi insultavano non perché magari avevano perso, ma perché ho due madri.
Hai una paura che ti porti dentro?
Maya
La paura che ho riguarda il Mondo, che torni indietro invece che andare avanti.
Quando eri piccola cosa sapevi del percorso delle tue mamme per diventare genitori?
Maya
Io quello che dicevo ai miei amichetti era che le mie mamme erano due femmine e si volevano tantissimo bene. Erano però tristi perché pensavano di non poter avere un bambino. Però poi hanno pensato che se avessero preso il semino di un uomo molto gentile che veniva da lontano, potevano comunque riuscire ad avere un bambino, se lui era gentile e glielo permetteva. E dunque loro hanno fatto questa cosa e mi hanno portata a casa.
C'è una frase che ti porti in tasca?
Alessandro
È l'amore che crea una famiglia.
Margherita
È la frase di mia madre Franci, ed è "viva la libertà". Io mi ricordo che quando ero piccola aprivamo le braccia, giravamo su noi stesse fino a che non ci veniva il mal di testa, e urlavamo "viva la libertàààà" con tante "a". E questa è rimasta la sua frase, il suo insegnamento verso di me: "Nessuno può limitarti nella tua libertà".
