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Grillo e Renzi sono il berlusconismo senza Berlusconi

Renzi e Grillo hanno trasformato definitivamente la politica in un mero gioco di comunicazione. Hanno trasformato la politica in un concetto subalterno ai mass media.
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Quando un giorno ci troveremo a raccontare questi anni, ci toccherà parlare di come Renzi e Grillo abbiano trasformato definitivamente la politica in un mero gioco di comunicazione.

Neanche Berlusconi era arrivato a tanto e non è un caso che a riuscirci siano stati due suoi figli putativi: Beppe Grillo e Matteo Renzi. Show-men e non politici. Uomini da Porta a Porta o Maria de Filippi.

Qualsiasi cosa facciano, qualsiasi cosa dicano, è pensata per essere destinata ad un medium, trasformando la politica in un concetto subalterno ai mezzi di comunicazione.

Un atto, una decisione, non trascende la sua trasposizione mediatica, tutt'altro, la determina. Se una legge non può diventare uno slogan, non esiste, e se uno slogan contrario diventa più forte della legge stessa, quest'ultima viene accantonata.

La politica è morta. Non esiste più. Non esistono scelte prese nonostante i mezzi di comunicazione. Di questa idea di società Berlusconi ne è stato l'artefice ma anche la vittima. Quando nonostante le sue tre televisioni non ha retto l'avvento del web rimanendo schiacciato da due comunicatori che hanno imparato a dominare la rete tanto quanto la tv.

Occupando militarmente lo spazio di libera espressione che il web deteneva, Grillo e Renzi hanno cambiato radicalmente il paradigma della comunicazione sintetizzando idee complesse in un tweet. Con gli stessi concetti sintetici sono entrati negli studi televisivi spostando completamente il terreno dello scontro, abbandonando (quasi) la rete in favore delle tv.

Ripensate alla piazza di Renzi a Napoli. Ripensate a Grillo a Torino. I loro interventi non erano fatti per le persone presenti in loco ma per le telecamere che li stavano riprendendo. Veri e propri spettacoli messi in scena ad uso e consumo delle televisioni. Come in tutti gli spettacoli che si rispettino ci sono dei tempi, delle battute da ripetere, dei protocolli. Così Renzi sale sul palco seguendo sempre lo stesso format (segretario provinciale, segretario regionale, premier) scegliendo di non guardare mai la folla ma sempre la telecamera che lo inquadra.

Dall'altra parte Grillo che ripete sempre la stessa battuta su Los Angeles, le autostrade a 14 corsie e l'Expo. Anche qui un format da replicare ogni sera uguale a sé stesso in piazze differenti. Un format a favore di camera, come a Torino, quando concede uno stacco di pochi secondi dopo la frase: "io sono oltre Hitler", per poi aggiungere a voce un po' più bassa: "ma questo l'ho detto per il tg4". Uno stacco ad uso dei media, uno stacco fatto per dare il titolo e smentirlo un attimo dopo. Uno spettacolo, un vero e proprio spettacolo fatto di gnocchi fritti, ebetini e assegni sbandierati in tv. Uno spettacolo degno del miglior Berlusconi. Perché, così come nei one-man show dell'ex cavaliere, anche nelle piazze di Grillo e Renzi scompare la politica per lasciare posto allo showbiz. Con linguaggi e modi differenti – questo è certo – entrambi  si curano più dell'impianto mediatico che sottostà alle loro scelte piuttosto che scendere nel dibattito sull'idea di nazione che hanno in mente.

Come può una persona definirsi un politico se non ha idea di dove debba andare il paese? Come può definirsi "un politico" colui che schiaccia l'idea di giustizia sociale su parole spot quali "80 euro" o "reddito di cittadinanza". Che cosa vuol dire "usciamo dall'euro"? Cosa sono 80 euro? Quale visione politica hanno questi due leader?

Essere post-ideologici non vuol dire non avere visione. Essere post-ideologici non può essere il mantra che trasforma la politica in una serie di decisioni emergenziali prese da una parte in maniera top-down (con l'istituzione di mille autorità, commissari e supercommissari), dall'altra in maniera bottom-up (con i referendum in rete). Come si prendono decisioni se non si ha in mente l'idea di cultura che si vuole portare avanti? Ci troviamo di fronte ad una spirale folle per cui chi deve decidere delega ad altri la decisione senza che a questi siano dati gli strumenti per farlo. Un paradosso ideologico giustificabile solo da 20 anni di dominio della cultura televisiva.

Grillo e Renzi sono la battuta ripetuta mille volte, sono il vuoto mascherato da comunicazione. Sono gli slogan dietro i quali si cela la mancanza di una visione politica di questa nazione. Come Berlusconi, più di Berlusconi.

Grillo e Renzi sono i figli putativi di Berlusconi ma non è colpa loro. Loro sono solo il prodotto della mancanza di un'alternativa culturale. Per questo non possono indicarla agli italiani, perché neanche loro l'hanno avuta. E l'unica cultura che conoscono è questo consumismo laico che in Italia abbiamo chiamato berlusconismo.

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Ex direttore d'AgoraVox, già professore di Brand Strategy e Comunicazione Pubblicitaria Internazionale presso  GES -  Grandes Écoles Spécialisées di Parigi. Ex Direttore di Fanpage.it, oggi Direttore di Deepinto.
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