Graduatorie per le supplenze aperte a gennaio, la trattativa al ministero: cosa cambia per i docenti precari

Il ministero dell’Istruzione e del Merito sta discutendo con i sindacati della scuola la possibilità di aprire le graduatorie per le supplenze (GPS) a gennaio, anziché a fine primavera. Ci sono stati incontri nelle scorse settimane e ce ne saranno altri nei prossimi giorni. Ma la proposta suscita molti interrogativi su cosa cambierebbe per i docenti. Fanpage ha provato a rispondere.
“A chi sta già lavorando, aggiornare le GPS non cambia nulla. L’apertura straordinaria che faranno adesso non risolve la situazione”. Luigi Sofia è il portavoce di un movimento che da tempo riunisce gli insegnanti risultati idonei ai vari concorsi Pnrr, ma che non hanno una cattedra fissa. Stando a quanto dichiara, l’apertura delle GPS in anticipo rispetto a fine primavera non risolverà i problemi dei docenti iscritti.
“Queste graduatorie stanno diventando una giungla; il problema è come si fanno, che le aprano a gennaio o a giugno”, spiega Sofia a Fanpage.it. Secondo lui, il motivo principale del loro malfunzionamento è l’attribuzione dello stesso punteggio a chi segue percorsi tradizionali (definiti come molto più faticosi) rispetto a chi frequenta corsi telematici o università online .“Le GPS non avranno alcuna novità sull’atteggiamento del Ministero”, chiarisce il portavoce. “Non cambieranno natura in questo senso. Che sia a gennaio o a giugno non cambia niente”.
Il punto di vista della FLC Cigl
Sofia ha partecipato a diversi presidi presso la sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere a Roma. L’ultimo è stato organizzato la settimana scorsa dal sindacato dei lavoratori scolastici della Cgil, la FLC Cigl. “Esistono molti precari nella scuola”, racconta la segretaria nazionale dell’organizzazione, Manuela Calza. “Abbiamo organizzato la manifestazione perché c’è una frammentazione del precariato che crea una guerra fra poveri, noi invece vogliamo tenere insieme tutte le tipologie di lavoratori”.
Calza conferma a Fanpage.it che l’apertura delle GPS nei primi mesi del 2026 non creerà problemi a chi deve ancora ultimare il servizio per l’anno scolastico in corso. “Su questa richiesta abbiamo ottenuto la disponibilità del ministero, per cui si potranno inserire in elenco percorsi non ancora terminati, con una riserva da sciogliere entro giugno”. In sostanza, nella richiesta si potrà indicare l’anno di servizio, nonostante non sia ancora concluso, per poi confermare l’ultimazione dell’incarico a fine stagione.
Calza ha spiegato come sono andati gli incontri tra i sindacati e il dicastero, che hanno avuto l’obiettivo di migliorare il sistema di reclutamento dei docenti. “Abbiamo trovato la disponibilità del ministero anche per migliorare l’algoritmo, che al momento penalizza chi non viene selezionato nei primi turni di nomina. Si sta pensando a un meccanismo di ripescaggio, ma si faranno valutazioni sulla sua fattibilità”.
“Non c’è stata disponibilità, invece, sulla differenza di punteggi da assegnare a chi segue percorsi diversi”, ha continuato Calza, che giudica comunque positiva l’apertura delle GPS anzitempo. “Non risolve alla radice i problemi, ma l’anticipo è bene accolto. Può favorire l’avvio dell’anno scolastico”.
Le notizie dal ministero

È dello stesso avviso il responsabile nazionale del Dipartimento dell’istruzione della Lega, Mario Pittoni, già presidente della Commissione Cultura del Senato. Anche secondo lui, la possibilità di partire in anticipo consentirà al ministero di evitare i problemi emersi in passato. “Capitava che ci fossero errori; spesso non c’erano i tempi tecnici per intervenire”, spiega Pittoni a Fanpage.it.
“È in programma un tavolo tecnico forse già in settimana o la prossima fra ministero e sindacati”, preannuncia Pittoni. "Sul piatto ci sarà la possibilità per i docenti di inserire nella richiesta per le GPS anche servizio e percorsi abilitanti o di specializzazione sul sostegno non ancora conclusi, ma che potrebbero venire maturati entro giugno 2026. Saranno valutate tutte le segnalazioni: vogliamo far emergere le situazioni particolari. Saranno oggetto di approfondimento nel confronto tecnico ministero/sindacati. L’opportunità di introdurre i titoli con riserva può essere una buona soluzione per conciliare da un lato le esigenze del ministero di anticipare l’apertura delle graduatorie per evitare i pasticci degli anni passati; dall’altra la necessità degli iscritti di raggiungere il punteggio più alto possibile".“Cerchiamo di venire incontro alle necessità dei docenti”, dice Pittoni, che rivendica anche la reintroduzione della figura dell'idoneo (cioè chi ha superato le prove concorsuali senza rientrare nei posti disponibili) cancellata dal Governo precedente in tutti i concorsi dal 2020 in poi.
"I precari – spiega Pittoni – oltre a lavorare e occuparsi della famiglia avrebbero dovuto passare 4-5 mesi a prepararsi per il concorso finché non fossero rientrati tra i vincitori. Adesso i primi tre anni gli idonei Pnrr concorrono al 30 per cento dei posti a bando e dell'anno scolastico 2026/27 potranno anche entrare nei nuovi elenchi regionali, aggiornando ogni anno la scelta fino all'assunzione a tempo indeterminato senza ulteriori prove concorsuali. L'attenzione adesso si sposta sulle Graduatorie provinciali per le supplenze, penultimo tassello del cosiddetto ‘doppio canale' (l'ultimo è il riallineamento della spesa tra docente di ruolo e supplente, che hanno le stesse responsabilità, altrimenti i Governi continueranno a farsi ‘attrarre' dalle supplenze), che per un certo periodo hanno consentito l'accesso al ruolo sia sul sostegno che per posto comune. Tale possibilità è stata poi limitata al sostegno. Ma quello che conta è che ora disponiamo di un precedente importante nello sviluppo del progetto di diversificazione del reclutamento degli insegnanti. È infatti a tutti gli effetti un tassello già collaudato del meccanismo al quale da tempo guardiamo in funzione dell'obiettivo di garantire che nessuna categoria resti esclusa dalla possibilità di puntare al ruolo", conclude l’esponente della Lega, che nella sua popolare pagina Facebook dialoga con chi è "invischiato" nella macchina della scuola, non semplice da capire e gestire.
“Ormai i docenti temono ogni mossa dell'amministrazione ”, dice a Fanpage.it, "il rapporto diretto con loro è uno strumento fondamentale per la comprensione reciproca".