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Governo, Renzi: “Conte ha detto che ci vediamo in Parlamento. Aspettiamo, finora non mi ha risposto”

“Andare in Parlamento è democrazia, Conte non venga da me a dirlo pensando che ho paura, se avrà i numeri per governare, evviva”: così Matteo Renzi a Quarta Repubblica su Rete 4 sulla tenuta del governo. E ancora: “Abbiamo fatto accordi e compromessi tante volte. Il punto è quando quel compromesso non è più accettabile”.
A cura di Annalisa Girardi
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"Abbiamo fatto accordi e compromessi tante volte. Il punto è quando quel compromesso non è più accettabile. Sulla Giustizia, sul ministro Bonafede, io mi sono dovuto spesso mangiare la lingua. Anche su altre cose che non condivido. Così come hanno fatto gli altri. Ma oggi siamo in un momento leggermente diverso. Ora o mai più i 300 miliardi dell'Europa, ora o mai più i vaccini": così Matteo Renzi, parlando del governo e delle tensioni all'interno della maggioranza, interviene alla trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4. Alla domanda se ha intenzione di andare fino in fondo con i suoi ultimatum e aprire effettivamente una crisi di governo, ritirando per prima cosa le ministre di Italia Viva dall'esecutivo, Renzi ha risposto affermando di essere in attesa della risposta di Giuseppe Conte.

"A me Conte ancora a non ha risposto", ha aggiunto. E ancora: "Conte ha detto che ci vediamo in Parlamento. Lo aspettiamo. Andare in Parlamento è democrazia, Conte non venga da me a dirlo pensando che ho paura, se avrà i numeri per governare, evviva", ha detto Renzi. Per poi tornare a ricordare le richieste fatte dal suo partito sul Recovery Plan: "Il documento del Recovery Plan non l'avevano letto, noi abbiamo fatto 62 osservazioni e sto aspettando ancora che il ministro Roberto Gualtieri ci dica quali delle 62 condivide".

Renzi non ha parlato solo di governo e di rilancio dell'economia. L'ex presidente del Consiglio ha anche criticato quanto fatto dal governo per la campagna di vaccinazione: "In Italia servono 200 mila dosi al giorno, ne facciamo 20 mila e intanto invece la politica litiga su dove farli. Il tema è l'Italia e la situazione è un disastro", ha affermato.

Per poi concludere sulle scuole: "È inaccettabile che il 4 gennaio non sappiamo ancora se riaprono le scuole", ha detto, sottolineando che nonostante manchino solo pochi giorni al ritorno tra i banchi degli studenti delle superiori ci sia ancora moltissima incertezza sul tema. Concludendo, infine, su quanto non è stato fatto in questi mesi di chiusura: "Abbiamo speso 461 milioni per i banchi a rotelle, ma per mandare i ragazzi a scuola serve il tampone rapido, è una cosa semplice, ma perchè non l'abbiamo fatto?".

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