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Benzina, i distributori dovranno mostrare il prezzo medio nazionale: cosa ha deciso il governo Meloni

Il governo Meloni ha deciso nuove misure sul prezzo della benzina. Non c’è un taglio delle accise, ma i distributori dovranno esporre il prezzo medio nazionale del carburante accanto al prezzo di vendita. Ritorna anche il bonus benzina da 200 euro per i dipendenti.
A cura di Luca Pons
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Sulla benzina, il governo ha scelto una soluzione di compromesso: non un nuovo taglio delle accise, che sarebbe costato troppo, ma due misure alternative. Per prima cosa, i distributori dovranno esporre anche il prezzo medio nazionale (che sarà calcolato giornalmente, e non più su base settimanale) oltre al proprio prezzo di vendita per benzina e altri carburanti. Chi non rispetta la norma sarà sanzionato, e in caso di recidiva l'attività verrà sospesa per un periodo da 7 a 90 giorni.

Per i primi tre mesi del 2023, poi, i dipendenti avranno di nuovo accesso al bonus benzina fino a 200 euro che era stato introdotto nel 2022. Sono queste le decisioni arrivate al termine della riunione del Consiglio dei ministri di questa sera, che sono riassunte in un decreto-legge per "disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del Garante dei prezzi".

L'intenzione del governo, per quel che riguarda l'esposizione dei prezzi, sarebbe di rendere più evidente la differenza tra il valore medio nazionale e quello del singolo distributore. Ogni giorno, gli esercenti dovranno comunicare il proprio prezzo al ministero delle Imprese, che calcolerà la media nazionale e la comunicherà. Questa andrà poi messa in mostra da ogni gestore.

Così, si scoraggerebbero le presunte speculazioni messe in atto da alcuni benzinai, che secondo il governo sarebbero alla base dell'aumento dei prezzi. Anche se, come ha spiegato l'economista Davide Tabarelli a Fanpage.it, il costo del carburante può cambiare moltissimo a seconda del luogo in cui ci si trova, soprattutto perché trasportarlo costa di più in certe zone d'Italia e di meno in altre.

Prima della riunione del Consiglio dei ministri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti hanno incontrato il Comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana. L'obiettivo del faccia a faccia era proprio valutare le azioni da portare avanti per contrastare le eventuali speculazioni sul prezzo di benzina e diesel.

Secondo fonti di stampa, tra le misure del decreto sarebbe inserita anche un tetto al prezzo della benzina in autostrada. Il costo non potrebbe essere superiore a una certa percentuale – da fissare successivamente – del prezzo medio nazionale del giorno. Il governo non ha parlato di questo provvedimento nella nota diffusa alla fine del Consiglio dei ministri, quindi resta da chiarire se sarà effettivamente inserita nel decreto.

La maggioranza: "Se ci saranno i soldi, il governo taglierà di nuovo le accise"

L'idea di tagliare le accise, per il momento, è stata messa da parte. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, poche ore prima dell'incontro del Consiglio dei ministri aveva sottolineato che "la decisione del governo di non confermare il taglio delle accise sulla benzina" nella legge di bilancio "non è stata presa a cuor leggero".

Il taglio aveva un costo importante, "oltre un miliardo al mese" aveva detto Ciriani, "e il governo ha deciso di utilizzare quelle risorse per finanziare il taglio del cuneo fiscale e la rivalutazione delle pensioni minime". Il ministro aveva anche aggiunto, però, che "se i conti lo consentiranno, appena possibile interverremo per ridurre il costo della benzina".

Ieri, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini aveva dichiarato che il Consiglio dei ministri  avrebbe ragionato "se, fra guerra, caro materiali e caro materie prime, sia il caso di intervenire e ci siano i denari per intervenire" sul prezzo della benzina. Dopo l'aumento dei controlli della Guardia di Finanza annunciato dal governo, Salvini si era detto "contento che ci siano dei controlli a tappeto, perché anche in questo caso – come nel caso del gas e della luce – qualcuno ne sta approfittando, perché per lo stesso prodotto non puoi pagare 1,70 euro in una città e 2,30 euro in un’altra. È giusto controllare e verificare", perché "bloccare i furbi e far pagare chi sta esagerando è fondamentale".

Per il ministero dell'Ambiente, il prezzo della benzina è salito meno delle accise

I dati pubblicati oggi dal ministero dell'Ambiente hanno mostrato che nella prima settimana di gennaio, in media, il prezzo della benzina rilevato ai distributori self-service è aumentato di 0,168 euro, quindi circa 17 centesimi. Il prezzo medio è stato 1,81 euro per la benzina  e 1,70 euro per il gasolio. Considerando che la decisione del governo di eliminare il taglio delle accise ha causato un aumento del prezzo di 18,3 centesimi, è chiaro che in media la crescita del costo del carburante si possa spiegare così.

Questo non toglie che in alcuni casi possano esserci stati fenomeni di speculazione che hanno portato ai prezzi ben più alti denunciati dal Codacons negli scorsi giorni. "Non dobbiamo puntare il dito e dire che sono tutti speculatori, si tratta di monitorare", ha detto il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.

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