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Giustizia, Conte dice che una mediazione è ancora possibile e rimprovera Dadone per lo strappo

Conte continua a mediare per trovare una soluzione sulla riforma della Giustizia, ma la distanza da colmare è ancora molto importante. Rientrato intanto il caso della ministra Dadone, che ha minacciato le sue dimissioni e degli altri pentastellati nella squadra di governo. Di Maio, Grillo e l’ala governista del Movimento 5 Stelle credono ancora nel compromesso. “Ci stiamo lavorando”, spiega Conte dopo una giornata passata in commissione Giustizia a Montecitorio.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Giuseppe Conte vuole mediare sulla giustizia, per non perdere palesemente la prima grande battaglia che sta combattendo da leader del Movimento 5 Stelle. L'ex presidente del Consiglio, che è al lavoro da giorni per una sintesi su un tema fondamentale per i pentastellati, non ha gradito affatto l'uscita della ministra per le Politiche Giovanili, Fabiana Dadone, tanto da invitarla a chiarire la sua dichiarazione in cui minacciava le dimissioni dei ministri grillini in caso di mancato accordo sulla giustizia. "Non è nel mio stile minacciare quindi respingo al mittente i titoli apparsi in tal senso ma è nel nostro stile dialogare e confrontarci – ha scritto lei su Facebook – Lo stanno facendo Draghi e Conte che sono due persone di alto profilo e sono certa troveranno punti di incontro".

Allarme rientrato, più o meno. La tensione è alta e c'è chi non vede l'ora di assistere all'eventuale strappo: "Magari il Movimento 5 Stelle uscisse dal governo", commentava ieri Salvini dal suo comizio a Macerata. Ieri Conte ha passato il pomeriggio con l'ex ministro Bonafede e i pentastellati in commissione Giustizia per cercare una soluzione. All'uscita da Montecitorio ha detto semplicemente "ci stiamo lavorando". È la verità, l'ex presidente del Consiglio e i suoi stanno lavorando, di comune accordo con Beppe Grillo e l'ala più governista del Movimento, ma la strada è ancora in salita. Draghi ha annunciato che sulla riforma Cartabia il governo porrà la fiducia e intanto il tempo stringe. In ogni caso la telefonata di cui si racconta – ammesso che sia avvenuta – tra Draghi e Conte prima del Consiglio dei ministri di ieri, non ha certo il potere di risolvere tutto.

Il nervosismo all'interno del Movimento 5 Stelle cresce, ma per ora non c'è intenzione di arrivare allo strappo. Alla Camera decine di grillini si preparano ad astenersi sulla fiducia se non arriverà un accordo, ma Conte ci sta provando fino all'ultimo, per non consumare quello che – dal suo punto di vista – sarebbe un tradimento verso gli elettori del Movimento. "Io tifo per la mediazione e credo che Giuseppe Conte riuscirà nell'intento di trovare una mediazione non al ribasso, ma che metta d'accordo", rilancia Di Maio da Bologna, dove è intervenuto alla festa di Articolo 1. "Non stiamo avendo un approccio ideologico sul tema della riforma della giustizia, ma ragionevole". Ma attenzione: "Noi in questo momento non ci possiamo permettere, in questo Paese, di giocare con la stabilità della nazione". Insomma, il messaggio del ministro degli Esteri è chiaro: la sintesi si deve trovare, punto.

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