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Covid 19

Gimbe, solo 3 anziani su 100 hanno completato la vaccinazione anti Covid

Le vaccinazioni anti Covid procedono a rilento. Secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe su oltre 4,4 milioni di anziani over 80 solo 380 mila (l’8,6%) hanno ricevuto la prima dose e circa 127 mila (il 2,9%) hanno ricevuto anche la seconda. La causa è da ricercare nella diminuzione delle forniture di vaccini disponibili, ma non solo.
A cura di Annalisa Cangemi
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La situazione vaccini fotografata dalla Fondazione Gimbe dimostra che le vaccinazioni degli anziani procedono a rilento. Per ora solo 3 anziani su 100 hanno completato la vaccinazione anti Covid e "la continua revisione al ribasso delle forniture, in soli 2 mesi, ha quasi dimezzato le dosi previste per il primo trimestre 2021, che sono precipitate da 28,3 a 15,7 milioni".

La Fondazione nel suo monitoraggio evidenzia come "una riduzione di tale entità, se da un lato è imputabile ai ritardi di produzione e consegna, dall'altro risente di irrealistiche stime di approvvigionamento del Piano originale". Per rispettare le scadenze nelle prossime 5 settimane dovranno essere consegnate in media 2,3 milioni di dosi a settimana, specifica Gimbe.

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L'evidente differenza di velocità con cui si vaccina nelle varie Regioni ha generato una "preoccupante frenata delle somministrazioni", legata a difficoltà organizzative in fase di partenza della campagna vaccinale per questa fascia d'età, iniziata prima in alcune Regioni rispetto ad altre, con un distacco anche di 3 settimane. Il Lazio per esempio ha cominciato a vaccinare gli over 80 lo scorso 8 febbraio, la Sicilia ha iniziato il 20 febbraio, mentre Friuli-Venezia Giulia e Veneto hanno cominciato a somministrare il siero ai più anziani a metà febbraio. Quindi in alcuni casi non è ancora trascorso il tempo che deve necessariamente passare tra la prima e la seconda dose.

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Al 24 febbraio (aggiornamento ore 8) avevano completato il ciclo vaccinale con la seconda dose oltre 1,34 milioni di persone pari al 2,25% della popolazione, ma con marcate differenze regionali: dall'1,58% dell'Abruzzo al 4,17% della Provincia autonoma di Bolzano. Mentre per quando riguarda gli over 80, su oltre 4,4 milioni, solo 380 mila (l'8,6%) hanno ricevuto la prima dose e circa 127 mila (il 2,9%) hanno ricevuto anche la seconda. Poche se l'obiettivo della prima fase della campagna era quello di proteggere la fascia della popolazione più fragile: al 24 febbraio al personale sanitario sono state somministrate 2.243.616 dosi, agli ospiti delle Rsa 374.776 dosi, al personale non sanitario sono state somministrate oltre 655 mila dosi (17,7%), al personale scolastico 54.591 dosi, alle Forze Armate 34.073 dosi.

Me le difficoltà e i rallentamenti si vedono bene anche per le altre categorie. "Non a caso – sottolinea Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari di Gimbe  – è stato somministrato solo il 14% delle dosi di AstraZeneca, destinate a persone “fuori” da ospedali e RSA come insegnanti e forze dell’ordine di età <65 anni". Notevoli anche in questo caso le differenze regionali: se Toscana (64%), Valle d’Aosta (41,2%), P.A. di Bolzano (37,6%) e Lazio (25%) hanno somministrato almeno un quarto delle dosi consegnate da AstraZeneca, 5 Regioni non hanno nemmeno iniziato e 2 hanno somministrato meno dell’1% delle dosi consegnate. "Di conseguenza – puntualizza Cartabellotta – dai primi posti in classifica tra i Paesi europei conquistati nella prima fase della campagna vaccinale, l’Italia ha perso numerose posizioni perché non tutte le Regioni erano pronte per la vaccinazione di massa".

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