Flotilla, Scotto (Pd): “Rinchiusi in carcere per 24 ore. Nessun contatto con ambasciata fino al giorno dopo”

"Sono un po' provato perché abbiamo avuto 48 ore senza sonno. L'abbordaggio è avvenuto due sere fa, per fortuna non troppo cruento", a raccontarlo è Arturo Scotto, deputato del Partito Democratico, intervenendo a Otto e Mezzo su La7. Anche il parlamentare si trovava infatti a bordo della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta a Gaza per tentare di superare il blocco navale illegale imposto da Israele, consegnare aiuti alla popolazione civile e creare canali umanitari duraturi. Scotto racconta che tutte le imbarcazioni sono state bloccate in acque internazionali e condotte a forza nel porto israeliano di Ashdod. A bordo, l’equipaggio è stato costretto a scendere sottocoperta e sottoposto a perquisizioni ripetute. "Si sono impadroniti della nostra barca e l’hanno condotta con l’equipaggio sottocoperta fino al porto di Ashdod. Siamo stati identificati e perquisiti un paio di volte con zelo eccessivo. Poi rinchiusi in carcere per 24 ore e poi espulsi, senza possibilità di comunicare con l’esterno, neanche con avvocati difensori".
"L’abbordaggio è avvenuto in acque internazionali, ed è un atto di pirateria secondo il codice del mare, la Convenzione di Ginevra e ogni forma di diritto internazionale. Mi aspettavo che il governo dicesse: ‘togliete il blocco e fateli passare’, ma non è accaduto", ha poi dichiarato il parlamentare.
Ambasciata assente: "Ci è stato impedito ogni contatto"
Durante il fermo illegale, racconta Scotto, gli attivisti e i parlamentari presenti non hanno avuto alcun contatto con l’esterno né accesso all’assistenza legale, in violazione delle garanzie minime previste dal diritto internazionale: “Non siamo riusciti a interloquire con la nostra ambasciata, a cui era stato detto – come ad altre ambasciate – di non presentarsi nell’hub militare dove sono stati identificati gli attivisti. Abbiamo stabilito un contatto solo alle 9 del mattino, quando siamo stati espulsi.” Una circostanza che solleva non pochi interrogativi sulla tutela diplomatica garantita ai cittadini italiani trattenuti da autorità straniere e sulla gestione dei rapporti tra Roma e Tel Aviv in un contesto già fortemente teso.
"Chi non ferma Netanyahu è irresponsabile, non chi porta aiuti"
Durante il collegamento con La7, il parlamentare ha respinto ogni accusa di imprudenza, rivendicando la legittimità dell’azione umanitaria intrapresa dalla Flotilla. “Francamente non mi sento irresponsabile. Credo lo sia chi in questi due anni non ha mosso un dito per fermare quanto sta accadendo a Gaza. Irresponsabile è chi, invece di fermare Netanyahu, ha cercato di fermare attiviste e attivisti che si sono messi in campo per portare aiuti umanitari e superare il blocco illegale.” L’obiettivo della missione, spiega, era portare aiuti di prima necessità e denunciare l’assedio imposto alla Striscia, che impedisce l’ingresso di beni fondamentali per la sopravvivenza della popolazione civile.
Dopo le critiche della premier Giorgia Meloni, che aveva definito “irresponsabile” la partecipazione di parlamentari italiani alla Flotilla, Scotto ha poi voluto rivendicare il ruolo delle istituzioni rappresentative e l’autonomia del mandato parlamentare “L’attacco che la presidente del Consiglio ha fatto verso parlamentari della Repubblica è senza precedenti. Dovrebbe ricordarsi che sono i Parlamenti a stare sopra i governi, e non viceversa. Non siamo una repubblica presidenziale: la premier non può permettersi di intimare alcunché a parlamentari che provano a svolgere il proprio mandato, anche su quelle barche, nel solco dei valori costituzionali.” Il deputato richiama insomma così il principio per cui i membri del Parlamento hanno il diritto – e il dovere – di agire in coerenza con la Costituzione e i valori umanitari che essa esprime, anche quando ciò comporta esporsi in contesti difficili. Nonostante questo, Scotto ha voluto ribadire di aver mantenuto un contatto costante con le istituzioni italiane in particolare col ministro Crosetto: “Abbiamo avuto interlocuzione soprattutto col ministro Crosetto, anche nella notte dell’abbordaggio, e vorrei ringraziarlo per questo. Avevamo naturalmente un rapporto continuo con la Farnesina. Ciò non toglie che il governo ha sbagliato a criminalizzare la Flotilla e a non dire che stavamo agendo nella legalità internazionale". Il governo, ha aggiunto il parlamentare, ha preferito adottare una posizione di neutralità prudente, senza schierarsi apertamente in difesa dei diritti umanitari né riconoscere la legittimità dell’iniziativa.
“La cosa che mi fa più rabbia", ha concluso Scotto, "è che siamo arrivati così vicini. Non davo per scontato che arrivassimo a tanto, ma speravo che il diritto fosse rispettato fino in fondo".