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Fdi non vuole riconoscere i diritti ai figli delle coppie gay: scontro in Senato, pronta risoluzione M5s

Domani in commissione al Senato si vota sulla proposta di regolamento Ue sul Certificato europeo di filiazione. Il centrodestra è pronto a bocciarlo, mentre il M5s presenterà una sua contro-risoluzione, per riconoscere i diritti ai figli all’interno del territorio dell’Ue, a prescindere da come siano stati concepiti, quindi anche a quelli nati da coppie omosessuali.
A cura di Annalisa Cangemi
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Domani, 14 marzo, in commissione al Senato è previsto il voto sul Certificato europeo di filiazione, contenuto nella proposta di regolamento Ue, per consentire il riconoscimento dei diritti dei figli all'interno dell'Unione europea, indipendentemente da chi li ha concepiti, sia per quelli nati da genitori omosessuali sia per quelli adottati.

Il centrodestra, e in particolare Fratelli d'Italia, è pronto a bocciare il Certificato, con una sua risoluzione che Fanpage.it ha avuto modo di visionare, in cui si agita lo spauracchio della maternità surrogata: per il partito della premier Meloni la proposta di regolamento Ue è da respingere perché rischierebbe di spianare la strada a questa pratica, vietata in Italia e ammessa oggi in 3 paesi Ue su 27, cioè Cipro, Grecia e Portogallo (non a pagamento e sempre previa autorizzazione di un tribunale o di una commissione dedicata). La maggioranza è inoltre contraria perché teme che in questo modo lo Stato italiano sia obbligato a riconoscere i figli delle coppie omosessuali, dando alle coppie gay maggiori diritti. Il punto è che però in questo regolamento non si parla di nuovi diritti per i genitori, ma di difesa e tutela dei diritti del figlio, diritti civili, sociali o patrimoniali.

In realtà la richiesta dell'Ue mira principalmente ad armonizzare le norme di diritto internazionale in materia di filiazione: non c'è alcun intento di entrare nel diritto di famiglia di ogni singolo Stato; lo scopo è semmai evitare che si creino delle situazioni di limbo normativo. La proposta si concentra esclusivamente sul diritto del bambino, che deve venire prima di ogni altro, e per questo la genitorialità riconosciuta in uno Stato membro dovrebbe essere ugualmente riconosciuta in tutti gli altri Stati Ue, senza ulteriori passaggi burocratici.

La maternità surrogata non c'entra niente con il Certificato europeo di filiazione

Il M5s ha preparato una sua risoluzione, con la quale dà un parere positivo sulla proposta di regolamento dell’Unione europea. "Nella risoluzione il centrodestra fa un ragionamento a partire da un punto, che però non è oggetto della proposta di regolamento Ue: dicono che in questo modo si apre alla legalizzazione della maternità surrogata", ha detto a Fanpage.it la senatrice pentastellata, Dolores Bevilacqua, vice presidente della commissione Politiche Ue a Palazzo Madama.

"Ricordo che la maternità surrogata è vietata in 24 Paesi in Europa, e laddove è riconosciuta non prevede il rilascio di alcun certificato che potrebbe incidere sul nostro ordinamento. Il vaglio di situazioni eventualmente legate alla maternità surrogata spetterebbe comunque al pubblico ufficiale, caso per caso. Perché appunto il regolamento non incide sul diritto di famiglia degli Stati", ha aggiunto.

"Inoltre non c'è, a differenza di quanto sostiene Fdi, alcun impatto sulla genitorialità di coppie omosessuali, non se ne fa cenno nella proposta di regolamento, che mira solo ed esclusivamente a riconoscere in maniera uguale su tutto il territorio dell'Unione europea i diritti dei figli, comunque siano stati messi al mondo. Il punto fondamentale del regolamento, che loro vorrebbero mascherare dietro queste battaglie ideologiche, è che ad oggi in Ue esistono delle situazioni transfrontaliere per le quali i figli non sono uguali in tutto il territorio, ma ci sono figli di serie A e figli di serie B", ha spiegato la parlamentare Cinque Stelle.

Per esempio nella condizione attuale, se due uomini spagnoli con un un figlio, registrato in Spagna come figlio di entrambi, venissero in vacanza in Italia, e per caso il piccolo avesse bisogno per qualsiasi motivo di ricorrere a cure ospedaliere, si porrebbe un problema: il non riconoscimento dello status di figlio impedirebbe a uno dei due genitori di entrare in ospedale, perché non avrebbe con il bambino alcun legame di parentela. Un problema banale come questo potrebbe facilmente essere aggirato con il Certificato di filiazione europea, che non prevede nessuna trascrizione nei registri italiani, ma è una sorta di carta di identità dei diritti riconosciuti al figlio, che sarebbe valida in tutto il territorio dell'Unione europea. Il documento sarebbe rilasciato unicamente al minore, a sua tutela, e verrebbe utilizzato da coloro che esercitano la patria potestà su di lui, nell'esclusivo interesse del bambino.

Se in Spagna una coppia gay, composta da un genitore italiano e da un genitore spagnolo, adotta un bambino, per l'anagrafe spagnola i due sono entrambi genitori. Oggi il genitore italiano, per far valere il legame di parentela con il figlio in Italia, può rivolgersi a una Corte italiana, alla luce anche di una recente sentenza della Corte Costituzionale sull'adozione "in casi particolari", per vedersi riconosciuto giuridicamente il suo legame di genitore. Invece con l'armonizzazione della procedura di riconoscimento dei titoli di filiazione all'interno dell'Ue, il titolo rilasciato in Spagna potrebbe semplicemente essere presentato in Italia all'ufficiale dell'anagrafe.

"Lo spirito di questa norma – ha spiegato la senatrice Bevilacqua – si ispira all'articolo 24 comma 2 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che ha sottoscritto anche il nostro Paese, secondo cui in tutti gli atti relativi ai minori, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l'interesse superiore del minore deve essere considerato preminente: significa che di fronte a un caso di maternità surrogata, avviata la procedura per ottenere l'iscrizione della filiazione, il caso andrà valutato volta per volta senza nessun automatismo, cosa che tutela l'ordine pubblico, tenendo però presente però la preminenza dell'interesse del bambino a vedersi riconosciuti i suoi diritti di figlio".

"In Italia tra l'altro c'è un vuoto normativo, a cui il nostro Paese è stato già invitato a porre rimedio dalla Corte Costituzionale. La destra teme che in questo modo dalla porta di servizio possano entrare dei diritti per le coppie omosessuali. Dimentica però che questi diritti non sono riconosciuti non perché sono contrari all'ordine pubblico – come la maternità surrogata che infatti è reato – ma perché semplicemente manca una disciplina organica in questa materia", ha sottolineato ancora la senatrice a Fanpage.it. "Il paradosso è che proprio la destra, nel difendere la famiglia tradizionale, ha presentato una proposta di legge per riconoscere la capacità giuridica in capo al concepito. Come fanno poi a giustificare la limitazione dei diritti in capo ai già nati?".

Cosa dice la risoluzione del centrodestra

In base al testo della risoluzione di maggioranza, uno degli assilli principali del centrodestra è proprio l'eventuale obbligo di riconoscere i legami di filiazione alle coppie omosessuali:

Le autorità degli Stati membri non potrebbero quindi negare, per motivi di ordine pubblico, il riconoscimento di una decisione giudiziaria o di un atto pubblico che accertino la filiazione mediante adozione da parte di un uomo solo, o che accertino la filiazione nei confronti dei due genitori in una coppia dello stesso sesso.

Come si vede dall'espressione "uomo solo" sembra che ci sia anche un'assurda discriminazione e un pregiudizio nei confronti di un maschio omosessuale, perché non vi è alcun riferimento invece a problemi di "ordine pubblico" riguardo all'adozione di una "donna sola".

Nella risoluzione di FdI si contesta poi l'obbligo di riconoscimento del certificato Ue di filiazione perché non rispetterebbe i principi di sussidiarietà e proporzionalità. La proposta, si legge, "non rispetta i principi di sussidiarietà e di proporzionalità nella misura in cui consente di invocare il motivo dell'ordine pubblico solo caso per caso e in quanto non prevede di poterlo invocare per negare il riconoscimento del certificato europeo di filiazione". La maggioranza è contraria all'ipotesi che quel certificato diventi automaticamente valido e quindi in vigore anche in Italia, perché lo ritiene un'invasione del diritto europeo su quello italiano. Propone invece l"adozione in casi particolari", prevista dalla legge 184 del 1983, e che consentirebbe al partner del genitore che non ha procreato di adottare il minore. Più sotto si legge pertanto:

Appare quindi condizione essenziale che la proposta preveda esplicitamente la possibilità di invocare la clausola dell'ordine pubblico in via generale su tutti i casi di filiazione per maternità surrogata, a condizione di assicurare una tutela alternativa ed equivalente, quale quella del citato istituto dell'adozione in casi particolari, e che ciò valga esplicitamente anche con riguardo al certificato europeo di filiazione.

Cosa dice la risoluzione del M5s

Il M5s assicura che darà battaglia in commissione: ha pronta una sua risoluzione, che presenterà domani anche alle altre opposizioni, cercando una convergenza: anche Pd e Avs sono favorevoli alla proposta di regolamento Ue sul Certificato europeo di filiazione, e stanno lavorando a un testo.

"Abbiamo predisposto una risoluzione che smonta punto per punto le strumentalizzazioni del centrodestra – ha detto la senatrice Barbara Floridia, capogruppo M5s al Senato – Ci auguriamo che anche le altre opposizioni convergano perché su un tema delicato come quello dei diritti dei bambini è il Parlamento, e non gli studi televisivi, il luogo in cui bisogna prendere posizione e fare battaglie comuni. La risoluzione della destra discrimina i bambini e porta l’Italia sulle posizioni più ostili al progresso come quelle di Orban, e questo non lo possiamo accettare".

"Ci incontreremo prima del voto delle risoluzioni, e proveremo a trovare con Pd e Avs un punto di caduta. Per noi è una grande occasione per aggiornare la normativa italiana. Troppi bambini in Italia ad oggi hanno una carenza totale di riconoscimento di diritti", ha detto ancora la senatrice Bevilacqua.

I numeri sono dalla parte della maggioranza. Il parere della commissione del Senato sarà poi trasmesso al Consiglio europeo, dove la proposta di regolamento passerà solo se ci sarà l'unanimità. La sola posizione dell'Italia, che probabilmente sarà in linea con quella di Polonia e Ungheria, basterà a stoppare la proposta.

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