Emergenza casa, governo vuole sfratti più veloci ma non rifinanzia il Fondo morosità incolpevole in manovra

Il disagio abitativo è un'emergenza conclamata in Italia, soprattutto nelle grandi città. Meloni la scorsa estate al meeting di Rimini aveva rilanciato un "grande Piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie", per il quale ad oggi ufficialmente è previsto solo un finanziamento pluriennale di 660 milioni di euro.
La base di partenza per l'intervento dovrebbe essere il Piano casa Italia varato con la manovra dell'anno scorso, di fatto mai partito. Per l'Ance le risorse necessarie per affrontare la crisi abitativa in Italia ammontano a più di 15 miliardi per i prossimi dieci anni. Il ministro dell'Economia Giorgetti ha assicurato che per il Piano casa dal 2026 ci saranno risorse sia dal Fondo clima sia dal fondo Sviluppo e coesione. Il ministro non ha però fornito delle cifre precise sulle misure che verranno adottate per l'emergenza casa.
Per andare incontro alle esigenze delle famiglie, nell'immediato il governo si sta muovendo in due direzioni: la prima è quella di limitare con la legge di Bilancio 2026 gli affitti brevi, facendo salire l'aliquota della cedolare secca dal 21 al 26% per le prime case messe in locazione (a esclusione di chi affitta senza intermediari, cioè senza portali telematici o agenzie). In questo modo il governo spera di favorire gli affitti lunghi, disincentivando gli affitti brevi, quelli al di sotto dei 30 giorni, in modo da far scendere il prezzo degli affitti per le famiglie. Su questo punto, come abbiamo scritto qui, ci sono trattative in corso all'interno della maggioranza.
L'altra strada che Fratelli d'Italia sta seguendo, per rispondere alla crisi abitativa, è quella della proposta di legge per velocizzare gli sfratti, in modo da offrire maggiori tutele ai proprietari di immobili, in caso di inquilini morosi. Va in questa direzione il ddl depositato in Senato, a firma del senatore Fdi Marcheschi, che prevede una procedura amministrativa speciale per liberare l'immobile in tempi brevi, nel caso in cui l'affittuario non paghi il canone per due mesi consecutivi. La speranza è che grazie anche alla creazione di un'Autorità ad hoc, cioè l'Autorità per l'Esecuzione degli Sfratti (Aes), i proprietari di immobili, dopo aver ripreso possesso del proprio appartamento in tempi ragionevoli, possano essere più incentivati a rimettere sul mercato le proprie abitazioni. Ogni anno, soprattutto nelle grandi città, sono circa 70mila le richieste di esecuzione di sfratto, per l'80% derivanti da morosità.
Che fine farà il Fondo morosità incolpevole?
Ma se da una parte il governo vuole accelerare le procedure di sfratto, dall'altra non mette nuove risorse sull'ormai esiguo Fondo morosità incolpevole, che l'anno scorso era stato rimpolpato con soli 30 milioni di euro per il 2025 e il 2026 (20 milioni di euro per il 2025 e 10 milioni per il 2026). Nella manovra non c'è traccia del rifinanziamento del fondo, che serve a sostenere le famiglie in difficoltà che rischiano lo sfratto per morosità.
Su quel fondo, lo ricordiamo, c'è stato già un forte definanziamento negli ultimi anni. Era stato dotato di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015. Poi, con il governo Conte 2, la dotazione era salita a 50 milioni a partire dal 2021, per poi essere cancellata nel 2022 dal governo Meloni (la misura è stata riattivata con i 30 milioni stanziati l'anno scorso per il biennio).
Anche sul Fondo affitti il governo Meloni non è stato generoso. Era stato foraggiato dal governo Conte 2 con la legge di Bilancio 2021, con una dotazione di 210 milioni per il 2021 e 230 milioni per il 2022. Poi il governo Draghi con il di Aiuti aveva aggiunto altri 100 milioni, portando la quota a disposizione a 330 milioni. L'esecutivo Meloni poi ha abolito del tutto queste risorse.
Il M5s presenterà un emendamento in manovra per rifinanziare il Fondo affitti e il Fondo morosità incolpevole
Anche quest'anno il M5s presenterà durante l'iter parlamentare della legge di Bilancio degli emendamenti per rifinanziare i due fondi per la casa, il Fondo affitti e il Fondo morosità incolpevole, per gli inquilini che hanno difficoltà a pagare l'affitto. "Ripresentiamo gli emendamenti per il rifinanziamento di quei fondi, come abbiamo fatto ad ogni legge di Bilancio. I 30 milioni di rifinanziamento dell'anno scorso sono una cifra irrisoria, rispetto al fabbisogno – ha detto a Fanpage.it la deputata M5s Vittoria Baldino – Il governo parla di un fantomatico Piano casa di Salvini, che in realtà non esiste, e dicono di volerlo alimentare con il Fondo clima e con i Fondi di coesione, con l'ultima riprogrammazione che si basa sulle rinnovate priorità indicate dall'Ue, tra cui c'è appunto l'emergenza alloggi. Ma Giorgetti non ha parlato dell'opportunità di riattivare il Fondo affitti o di mettere nuove risorse sul Fondo morosità incolpevole".
Confedelizia e Ance in Senato: quali misure per la casa chiedono al governo
Di emergenza casa hanno parlato questa mattina nelle audizioni alla manovra anche le associazioni di categoria, come Confedelizia e Ance.
In risposta alla carenza di alloggi, la prima chiede di eliminare l'articolo della legge di Bilancio che punta ad aumentare la cedolare secca sugli affitti brevi dal 21 al 26%, ma contemporaneamente Confedelizia chiede di incentivare gli affitti lunghi, assicurando per questa seconda categoria dei vantaggi: "Se l'intento è quello di favorire gli affitti lunghi, noi proponiamo di intervenire con incentivi che riguardano la detassazione, l'abbattimento dell'Imu per affitti a canone concordato, dare maggiori garanzie ai proprietari per il rientro in possesso dell'immobile", ha sottolineato il presidente Giorgio Spaziani Testa.
Da parte di Ance invece è arrivato il plauso al governo per aver riconosciuto l'emergenza abitativa, impegnandosi a intervenire sull’edilizia pubblica attraverso l’utilizzo del Fondo sociale per il clima, lo strumento dell’Ue che assegna all’Italia 7 miliardi di fondi europei, destinati ad attenuare gli impatti sociali della transizione energetica e climatica. Non è chiaro però quante risorse di questo fondo potranno essere impiegate per l'emergenza abitativa. Secondo Ance, circa 3 miliardi Fondo sociale per il clima potrebbero andare su misure per la casa. Oltre alle risorse su questo Fondo, per facilitare l’accesso ad alloggi sostenibili e a prezzi accessibili, il governo ha previsto 887 milioni di euro, come ha spiegato pochi giorni fa il ministro Foti, soldi che verrebbero dalla riprogrammazione di medio termine della politica di coesione 2021-2027.
"La norma va nel senso auspicato dall’Ance, che a luglio scorso aveva individuato nel Fondo Sociale per il Clima uno dei possibili canali di finanziamento di un Piano casa pluriennale stimato da noi in 15 miliardi nel quale convogliare fondi nazionali ed europei a vario titolo destinati all’emergenza abitativa", ha detto la presidente dell'Ance, Federica Brancaccio. Ance però chiede che ci sia una governance efficace per il piano: "Oggi le competenze sono fortemente frammentate tra più di quaranta strutture centrali, regionali e locali, che impediscono una visione strategica unitaria. È quindi necessario individuare un luogo di coordinamento che consenta di orientare le politiche abitative in modo coerente e strategico".