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Elezioni regionali Emilia Romagna 2020

Elezioni regionali, voti M5s “determinanti” per trionfo di Bonaccini: i dati dell’Istituto Cattaneo

“Molti elettori pentastellati hanno scelto la candidatura di Stefano Bonaccini e solo una minoranza ha deciso di optare per il candidato del Movimento Cinque Stelle o per il centrodestra di Lucia Borgonzoni”: così l’Istituto Cattaneo ha ricostruito la vittoria del centrosinistra nelle elezioni regionali. In un testa a testa durato fino all’ultimo momento, l’elettorato delle terze forze si è dimostrato determinante, si legge nel documento.
A cura di Annalisa Girardi
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L'istituto Cattaneo, che si occupa di stilare analisi su società e politica italiana, ha analizzato il voto delle elezioni regionali di domenica 26 gennaio, con uno specifico focus sull'elettorato che ha portato Stefano Bonaccini, il candidato del centrosinistra, alla vittoria. Dal report risulta che gli elettori del Movimento Cinque Stelle sono stati determinanti per il trionfo del governatore riconfermato. L'istituto bolognese ha preso in esame i flussi elettorali di 4 città, cioè Forlì, Ferrara, Parma e Ravenna, dal voto europeo dell'anno scorso fino alle regionali di ieri. E ha evidenziato come i Cinque Stelle abbiano avuto "un ruolo determinante sull'esito del voto".

"Il voto regionale in Emilia-Romagna si presentava – per la prima volta in questa che un tempo era una tradizione “regione rossa” – come una sfida molto accesa tra i due principali schieramenti, guidati da Stefano Bonaccini per il centrosinistra e da Lucia Borgonzoni per il centrodestra. Tutti i sondaggi pre-elettorali confermavano un distacco ridotto tra le due coalizioni, con una eguale possibilità di vittoria per Bonaccini e Borgonzoni": queste le considerazioni con cui si apre la ricerca. Proprio per questo testa a testa fino all'ultimo momento tra i due principali sfidanti, l'elettorato degli elettori delle terze forze (come il M5s) si è rivelato decisivo.

Alla fine, un distacco tra il candidato del centrodestra e quella del centrosinistra c'è stato. Per comprendere a fondo i dati riguardanti il voto di domenica occorre fare un passo indietro. Fino a maggio del 2019, quando i cittadini sono stati chiamati alle urne per le elezioni europee. Sottolineando un gap di 7 punti percentuali tra Bonaccini e Borgonzoni, l'istituto bolognese scrive che "il risultato è ancor più sorprendente perché, nelle scorse elezioni europee, il centrodestra aveva raccolto nel suo insieme il 44,3% dei voti, superando il centrosinistra di 7 punti percentuali".

Quindi la domanda: da dove deriva questo successo per il centrosinistra? "Molti elettori pentastellati (il 71,5% a Forlì, il 62,7% a Parma, il 48,1% a Ferrara) hanno scelto la candidatura di Bonaccini e solo una minoranza ha deciso di optare per il candidato del M5s (Simone Benini) o per il centrodestra di Borgonzoni. Nello specifico, gli elettori del M5s alle Europee 2019 che hanno scelto Benini sono stati il 23,4% a Ferrara, il 16,6% a Parma, il 12,6% a Forlì". La crescita dell'elettorato a sostegno di Bonaccini, dunque è dovuta alla capacità di aver saputo attirare anche i tradizionali sostenitori del M5s, che di fronte alla sfida tra Bonaccini e Borgonzoni hanno optato per l'alternativa a sinistra.

Infine, conclude l'analisi dell'Istituto, "va evidenziata anche la capacità di Bonaccini di conquistare voti tra gli elettori delle liste di “sinistra”. Nel caso di Ferrara, ad esempio, il 61,4% di chi nel 2019 aveva votato per un partito a sinistra del PD ha scelto Bonaccini, e in misura superiore lo stesso fenomeno si è osservato anche a Forlì (71,4%)".

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