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“Ecco come sono andati i fatti sul sequestro Spinelli,” parla Ghedini

E’ il giallo dell’anno. Quello del rapimento del ragioniere di Berlusconi. Ma secondo il suo legale si tratta di «speculazioni fantasiose, non c’è stata nessuna trattativa» e il Cavaliere «non ha avuto nessun ruolo». Il ritardo nella denuncia alla Procura? «Per timore, visto che era stato minacciato».
A cura di Biagio Chiariello
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avvocato berlusconi

 «Nessuna somma di denaro è stata pagata a chicchessia né vi è stata alcuna trattativa con i sequestratori» di Giovanni Spinelli e sua moglie. Lo scrive Niccolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi, in una nota con la quale prova a fare chiarezza sul caso che sta tenendo banco nelle ultime 24 ore, quello del rapimento-lampo del fedelissimo ragioniere del premier avvenuto un mese fa. Un sequestro dai contorni oscuri quello di Spinelli, sul quale in molti hanno azzardato varie ipotesi legate al coinvolgimento dell'ex premier. Ma l'avvocato precisa che si tratta solo di «speculazioni di natura evidentemente politica che nulla hanno a che fare con la situazione processuale e con la realtà degli accadimenti». Al contrario «l'unica preoccupazione del Presidente Berlusconi è stata quella rivolta all'incolumità del suo collaboratore e dei suoi familiari. Per questo ha offerto con la consueta generosità al rag. Spinelli ospitalità in una sua abitazione e gli ha messo a disposizione una scorta privata». Insomma «Berlusconi non ha avuto alcun ruolo nella vicenda e tutte le decisioni sui tempi e sui modi sono state assunte dal rag. Spinelli e da me» precisa Ghedini.

Ecco dunque come sono andati i fatti legati al sequestro di Spinelli. «Partiamo dall'inizio», esordisce Ghedini nella sua lunga nota:

Il rag. Spinelli è stato sequestrato la notte di lunedì 15 ottobre. Nella prima mattina del martedì 16 ottobre, verso le 8.30, Spinelli chiamava al telefono il Presidente Berlusconi, narrandogli non del sequestro in corso ma di essere stato avvicinato da alcune persone inviate da uno studio legale: queste persone volevano fornire del materiale definito risolutivo per la causa CIR-Fininvest e per questo richiedevano 35 milioni di euro».

Spinelli voleva che Berlusconi pagasse il riscatto:

Il rag. Spinelli – ricostruisce Ghedini – forniva una serie di particolari tesi a dare maggiore credibilità alla documentazione, insistendo affinché il Presidente Berlusconi autorizzasse il pagamento. La richiesta appariva al Presidente Berlusconi del tutto inaccettabile e, per così dire, "anche anomala" tanto da concludere con il rag. Spinelli che lo avrebbe fatto chiamare dall'Avv. Ghedini».

Entra in gioco Ghedini:

Il Presidente mi avvisava telefonicamente e mi chiedeva di telefonare a mia volta al rag. Spinelli – scrive ancora il legale -. Questi mi ripeteva gli stessi concetti che aveva già detto al Presidente Berlusconi. Dopo aver valutato il contenuto della presunta documentazione e, in particolare, ritenendo del tutto inverosimile il ruolo attribuito al Presidente Fini e sulla base anche della mia conoscenza del rag. Spinelli, richiamai il Presidente Berlusconi, dicendogli che a mio parere, lo Spinelli si trovava non in una situazione normale, ma in una situazione di costrizione. Il Presidente Berlusconi mi consigliò allora di avvertire i Carabinieri qualora avessi ritenuto che vi fosse una reale situazione di pericolo per il rag. Spinelli» , ma «non essendo assolutamente certo della situazione, richiamai il rag. Spinelli, dicendogli che a questo punto era necessario vederci di persona».

Un riscatto a "rate", la prima di 5 milioni:

Il rag. Spinelli mi disse inizialmente che non era possibile incontrarci, ma dopo una decina di minuti mi richiamò per acconsentire – precisa Ghedini -. Nell'incontro successivo, avvenuto alle 12.00 di martedì 16 ottobre, il rag. Spinelli non fece cenno al sequestro avvenuto, limitandosi a dire che le persone con cui aveva parlato erano state molto insistenti, addirittura pressanti. Aggiunse che, a suo parere, si potevano avere i documenti versando una prima "tranche" di 5 milioni di euro».

E' il 17 ottobre e la Procura di Milano viene allertata:

Pensando che la realtà fosse diversa da quanto raccontava il rag. Spinelli, insistei molto a lungo per sapere come fossero andate realmente le cose, ma senza risultato. Soltanto nella tarda mattinata di mercoledì 17 ottobre, cioè il giorno dopo, il rag. Spinelli si recava dal Presidente Berlusconi per raccontargli cosa era realmente successo. A questo punto il Presidente Berlusconi – aggiunge l'avvocato – mi avvisava telefonicamente e mi chiedeva di contattare subito la Procura di Milano. Il rag. Spinelli però mi pregò di attendere ancora per consentirgli di avvertire la moglie sull'evolversi della situazione. Infatti i coniugi avevano subito pesanti minacce dai sequestratori nel caso in cui avessero narrato i fatti o addirittura avvertito l'Autorità Giudiziaria. Appena rientrato a casa, il rag. Spinelli riceveva la telefonata di uno dei sequestratori. Mi avvisò dell'accaduto e gli feci presente che non si poteva tardare nell'avvertire l'Autorità Giudiziaria. Così, finalmente, il rag. Spinelli acconsentì a recarsi di fronte all'Autorità Giudiziaria. Perciò avvisai immediatamente il dottor Bruti Liberati al quale, dopo pochi minuti – conclude Ghedini – inviai un fax di denuncia».

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