E su Marini il centrosinistra rischia di saltare
"Sarà una grande sorpresa", aveva annunciato Bersani ad inizio serata. Non è parso così quando è giunta la conferma del nome ufficiale del Pd, Franco Marini, condiviso con Berlusconi ed anche con Scelta Civica, era indubbio che si scatenasse la totale bagarre nel partito, specie in virtù della presenza di una cospicua parte dimostratasi contraria a questa ipotesi, sulla scorta di quanto Renzi, già oggi pomeriggio e poi questa sera, in diretta tv, diceva dell'ex presidente del Senato. 222 sì e 90 no, questo il risultato dell'assemblea dei grandi elettori del Pd questa sera sul nome di Marini. E Sel fa opera di ritrosia: Vendola ha dichiarato che questo nome sancisce la fine del centrosinistra. In molti pensano di dirottare la propria scelta sul nome fato dal Movimento 5 Stelle, ovvero Stefano Rodotà.
Nel pomeriggio erano circolati diversi nomi alternativi all'ex presidente del Senato, nomi che potessero ugualmente far coincidere le esigenze del Pd e di Berlusconi. Si era parlato ad esempio di Mattarella, il quale era addirittura balzato in pole position, per poi cedere al nome finalmente annunciato da Bersani. Ecco quanto ha detto Berlusconi subito dopo la decisione del leader Pd: "Il candidato è Marini, una persona che viene dal popolo, positiva e seria. Marini non è persona di centrodestra, ma ha sempre dimostrato di essere sopra le parti. Per noi non è una sconfitta". Ma i mal di pancia non ci sono stati solo all'interno del centrosinistra, dove l'impresa di Bersani per tenere insieme il partito pare qualcosa di simile all'operazione del tenere insieme la marmellata con un elastico. Ivan Scalfarotto, proprio dall'interno del Pd, in un tweet dice tutto per far capire quale sia lo stato d'animo nei confronti di Marini:
Fassina dice che la cognata che lavora alla posta e il cognato che fa l'elettrauto non sanno chi è Rodotà.
— Ivan Scalfarotto (@ivanscalfarotto) 17 aprile 2013
Più morigerato, ma ugualmente deciso è Pippo Civati:
Sono intervenuto in netta contrarietà alla candidatura di Marini e soprattutto dello schema delle intese con il Pdl.
— civati (@civati) 17 aprile 2013
I numeri, per la verità, rivelerebbero che, aldilà delle contraddizioni, il presidente potrebbe essere eletto già domani, al primo scrutinio. Lo appoggia una fetta maggioritaria del Partito Democratico e del Pdl. E' incerto, al primo turno, l'appoggio della Lega, che dovrebbe preferire il nome di Manuela Dal Lago. Non vi è dubbio sul fatto che successivamente potrebbero convergere su Marini, e che quindi il presidente si faccia entro la giornata di domani.