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Draghi risponde alle accuse: “Tempi stretti per Pnrr, ma prima lo inviamo a Ue prima avremo i fondi”

“Alcuni di voi hanno sottolineato la ristrettezza dei tempi per discutere del Piano e il limitato coinvolgimento del Parlamento. Indubbiamente i tempi erano ristretti, mi dispiace molto per questo, ma se si presenta prima il piano si ha accesso subito ai fondi, altrimenti bisogna aspettare”: lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo alla Camera per la replica dopo le comunicazioni di ieri sul Piano nazionale di ripresa e resilienza.
A cura di Annalisa Girardi
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Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto alla Camera per la replica dopo le comunicazioni di ieri sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. "Alcuni di voi hanno sottolineato la ristrettezza dei tempi per discutere del Piano e il limitato coinvolgimento del Parlamento. Indubbiamente i tempi erano ristretti, se si arriva prima si ha accesso ai fondi prima. La Commissione andrà sul mercato per cercare i fondi intorno a maggio e giugno e poi ci sarà una pausa estiva. Mi dispiace molto per i tempi ristretti della discussione, ma se si presenta prima il piano si ha accesso subito ai fondi, altrimenti bisogna aspettare. Comunque il dialogo non è finito qui, il contributo del Parlamento è solo all'inizio. Tutte queste riforme infatti saranno realizzate con atti legislativi in cui il Parlamento avrà un ruolo determinante", ha detto, replicando alle accuse sulle tempistiche con cui è stato trasmesso il Pnrr al Parlamento, giudicate troppo strette.

"La vera sfida, non appena consegneremo il Piano, è quella di trovare un modo di attuazione dove amministrazioni locali e governo centrale trovino uno schema di governo del Piano. Questo è il vero governo, non è tanto quello che succede a Palazzo Chigi. Questo è il punto nodale del Piano", ha proseguito Draghi sottolineando la centralità degli enti locali nell'attuazione del Piano. "Sono loro a conoscere davvero il territorio", ha aggiunto. Il governo del Pnrr sarà comunque definito in un decreto normativo che verrà attuato a breve, ha precisato.

Sulla mancanza di risorse sufficienti su donne e giovani, Draghi ha precisato: "La mia premessa generale è che questo Piano prevede stanziamenti molto corposi, che permettono investimenti che sarebbero stati impensabili fino a poco fa. Ai giovani dobbiamo garantire welfare, una casa e un'occupazione sicura. È un Piano che deve guardare al futuro". Per poi citare una serie di misure inserite nel Pnrr a favore dei giovani. "Il Piano prevede anche importanti misure a sostegno delle donne lavoratrici", ha proseguito, elencando i provvedimenti a sostegno delle donne e delle famiglie, la cui cura cade spesso sulla parte femminile. "Abbiamo un tale arretrato che dobbiamo porci obiettivi ambiziosi", ha continuato Draghi parlando poi dei fondi al Mezzogiorno, il 40% delle risorse disponibili totali.

"Poi abbiamo avuto osservazioni su cultura e turismo, ma sottolineo che a questi settori sono dedicati otto miliardi di euro", ha aggiunto, proseguendo elencando le misure contenute nel Pnrr e replicando alle osservazioni che sono state fatte ieri, durante la discussione in Aula a Montecitorio. E sulla transizione ecologica, su cui pure sono stati espressi dei dubbi: "Noto che sono arrivate osservazioni apparentemente opposte circa la transizione ambientale. Alcuni temono che possa far danno al nostro sistema industriale esistente. Altri chiedono che essa permei ogni ambito di intervento. Personalmente, credo sia una contraddizione facile da sciogliere. Il Governo è convinto che la transizione ecologica debba riguardare tutti i settori produttivi. Infatti essa è una priorità trasversale del nostro Piano. Il Pnrr alloca circa il 40% delle risorse ad obiettivi climatici. Allo stesso tempo, siamo convinti che la transizione ambientale sia un motore di sviluppo e di occupazione, soprattutto per i giovani".

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