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Dossieraggio, Nordio pensa a una commissione di inchiesta: opposizione critica, scettico anche Crosetto

Il ministro Nordio sta pensando a una commissione di inchiesta sull’indagine di Perugia in materia di dossieraggio. Ma sia dall’opposizione che dalla maggioranza non mancano dubbi e scetticismi.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, pensa a una commissione di inchiesta sull'indagine di Perugia in materia di dossieraggio. "Siamo arrivati a un punto di non ritorno, è necessaria una commissione d'inchiesta parlamentare", ha detto qualche giorno fa il Guardasigilli, generando diverse reazioni sia in maggioranza che nell'opposizione. Il primo ad esprimere dubbi  è stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto – il cui esposto tra l'altro ha fatto partire l'indagine – che in un'intervista a La Stampa ha commentato: "Penso come Nordio che sia necessaria per ricostruire la credibilità delle istituzioni e per consentire al parlamenti di lavorare sugli strumenti legislativi con cui impedire altri abusi in futuro. Ma c'è un tempo per ogni cosa. Ora c'è che l'indagine che sta portando avanti Cantone e l'idea di una commissione non deve depotenziarla, né fermare il lavoro già iniziato da Copasir e Antimafia".

Crosetto ha sottolineato che costituire una commissione di inchiesta "può richiedere tempi lunghi anche perché spesso questi organi hanno fatto comodo a molti in Parlamento per lo scontro politico".

Diversi esponenti dell'opposizione hanno criticato la proposta di Nordio: "Fare luce su quanto esteso sia questo traffico illegale di informazioni riservate e chiarire chi sono i mandanti è doveroso. Ma istituire una commissione parlamentare d'inchiesta mentre l'inchiesta giudiziaria è all'inizio si tradurrebbe inevitabilmente in una sovrapposizione che servirebbe soprattutto ad amplificare la polemica politica. Per questo ci sembra una proposta precipitosa. Piuttosto è opportuno l'invito alla magistratura ad agire con la massima urgenza in modo da fare luce su questa inquietante vicenda", ha detto ad esempio il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

"Assistiamo da giorni al tentativo della destra di fomentare un clima di allarme e vittimismo. Siamo stati tra i primi a denunciare i pericoli e a voler chiedere di fare chiarezza sulla ricerca di informazioni riservate che coinvolge politici e cittadini, ma il complottismo non aiuta a comprendere l’accaduto", ha commentato invece la capogruppo del Partito democratico alla Camera, Chiara Braga, ospite di Skytg24 Agenda. Per poi aggiungere: "Si vuole usare una vicenda davvero preoccupante per indebolire istituzioni fondamentali come la Procura nazionale antimafia e comprimere la libertà di stampa. E al tempo stesso con la proposta di una commissione d’inchiesta, il governo supera prerogative parlamentari e mette in discussione il lavoro della commissione Antimafia. Insomma più passano i giorni più l’insistenza della maggioranza, fa pensare a un tentativo di distrarre l’opinione pubblica dai problemi reale del paese che il governo non riesce ad affrontare”.

Enrico Costa, di Azione, ha invece scritto sui suoi canali social: "Perché Nordio chiede al Parlamento di istituire una commissione d'inchiesta dai tempi biblici e non manda gli ispettori nelle procure dove ci sono state le fughe di notizie?".

Non solo dall'opposizione e dal ministro Crosetto: anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, ha espresso una buona dose di scetticismo. "La commissione antimafia e la magistratura stanno mettendo in luce le irregolarità drammatiche di dossieraggio che emergono dell'inchiesta. FI ritiene che bisogna andare avanti velocemente, per individuare i possibili mandanti e gli strumenti adeguati ci sono: la commissione antimafia e l'azione della magistratura che hanno già offerto una fotografia a tinte fosche. L'attivazione di una commissione di inchiesta ha tempi sicuramente lunghi e se ne potrà valutare la necessità".

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